Al via AI-MIND, un progetto internazionale che vede coinvolte per l’Italia anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto di Ricovero e Cura San Raffaele di Roma: l’obiettivo è ambizioso, usare l’intelligenza artificiale per scoprire chi, tra gli individui a rischio, si ammalerà effettivamente di Alzheimer. Scoprirlo potrebbe consentire di mettere a punto programmi terapeutici precoci e personalizzati
Roma, 17 febbraio 2021 – L’intelligenza artificiale scruterà la mente per scoprire chi potrebbe sviluppare l’Alzheimer, anche anni prima dell’esordio della malattia. È la promessa che arriva da AI-MIND, un progetto di ricerca europeo che sarà condotto da un consorzio internazionale che vede coinvolti, tra gli altri, l’Istituto di Ricovero e Cura San Raffaele di Roma, con il prof. Paolo Maria Rossini e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma, con i professori Camillo Marra e Americo Cicchetti.
AI-MIND è un Progetto di ricerca della durata di 5 anni finanziato dall’Europa all’interno di Horizon 2020 che si prefigge di mettere a punto ed inserire nella pratica clinica un nuovo paradigma diagnostico mediante tecniche basate sull’intelligenza artificiale (AI) che misurano le caratteristiche delle connessioni cerebrali da una parte ed il rischio di sviluppare la demenza di Alzheimer in soggetti ad alto rischio (Mild Cognitive Impairment) che sono attualmente in Italia circa 800.000. Il suo inizio è stato fissato per il 1° marzo 2021.
Queste tecniche digitali verranno integrate su di una piattaforma diagnostica di intelligenza artificiale in grado di fornire il livello di rischio individuale al fine di favorire un intervento terapeutico/riabilitativo precocissimo e personalizzato.
La demenza colpisce oggi decine di milioni di Persone nel mondo ed oltre 1.2 milioni di Pazienti in Italia con costi enormi sul piano personale, affettivo e sociale. Anche solo riuscire a ritardare di qualche anno l’esordio e la progressione della demenza iniziando da subito le terapie e intervenendo precocemente sui fattori di rischio modificabili costituirebbe un gigantesco risparmio economico oltre che una significativa riduzione delle sofferenze legate a questa terribile malattia.
AI-Mind è un progetto di ricerca europeo coordinato dall’Università di Oslo in Norvegia finanziato dalla comunità europea attraverso il grant agreement No 964220 con un budget complessivo di 14 milioni di euro. Quindici project partner, da 8 paesi europei costituiscono il consorzio di AI-MIND: Università di Tallin Estonia, Università di Aalto dalla Finlandia, l’Università di Oslo dalla Norvegia, l’Istituto di Ricovero e Cura San Raffaele di Roma (professore Paolo Maria Rossini), lo spin-off universitario Neuroconnect Srl (ingegnere Fabrizio Vecchio), l’Università Cattolica del Sacro Cuore (professori Camillo Marra e Americo Cicchetti) dall’Italia, la Radboud University Medical Center dall’ Olanda, l’associazione europea di pazienti e famiglie Alzheimer Europe dal Lussemburgo, l’Università Complutense e la società Lurtis dalla Spagna, e la società Accelopment Schweiz AG dalla Svizzera. Alle unità operative italiane arriveranno complessivamente finanziamenti per oltre 2 milioni di euro.
Una parte consistente di questo progetto europeo deriva da progetto italiano Interceptor finanziato da AIFA e dal Ministero della Salute che da 3 anni è in corso per la definizione di un paradigma diagnostico avanzato per l’Alzheimer che utilizza biomarcatori innovativi e che utilizza un’architettura web-based.