La novità arriva dalla Neurochirurgia dell’Aou Senese, la tecnica proviene dagli Stati Uniti
Siena, 20 gennaio 2021- Per la prima volta in Italia è stato impiantato a Siena un innovativo pacemaker spinale per il mal di schiena cronico. L’intervento è stato effettuato all’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, dalla UOC Neurochirugia diretta dal dott. Giuseppe Oliveri dal team coordinato dal dott. Francesco Cacciola con una tecnica ideata negli Stati Uniti, dove circa l’80% dei pazienti ha avuto un netto miglioramento della condizione clinica.
“L’intervento chirurgico prevede l’impianto di una piastrina in silicone con 16 contatti elettrici nel canale spinale dorsale per andare a stimolare il midollo”, spiega il neurochirurgo Francesco Cacciola, supportato nell’intervento dall’anestesista Angela Gori e della strumentista Vanessa Pucci.
“Gli impulsi per la stimolazione derivano da una batteria ricaricabile che viene impiantata sotto la cute come nei pacemaker cardiaci – aggiunge il dottor Cacciola – La differenza è che mentre il pacemaker va a stimolare elettricamente il cuore, il neuro-stimolatore va a stimolare delle strutture nervose, al livello cerebrale o spinale”.
Studi recenti dicono che il mal di schiena cronico rappresenta una delle cause principali di invalidità e di perdita di produttività al mondo, anche legata al progressivo aumento dell’età della popolazione. Il mal di schiena è molto frequente e si stima solitamente che 8 persone su 10 avranno almeno un forte episodio di mal di schiena nella vita che richiede cure, come fisioterapia e farmaci.
La Neurochirurgia e il Servizio di Terapia del Dolore, coordinato dal dott. Stefano Lippi, vedono e trattano pazienti con lombalgia che non rispondo più a fisioterapia o farmacoterapia. Le persone affette da mal di schiena cronico aumentano con l’età e si stima che nella popolazione anziana un paziente su quattro soffra di questo problema.
“Questa procedura si chiama neuro-modulazione – aggiunge ancora il dott. Francesco Cacciola – Si tratta di una procedura che non è di per sé nuova e viene praticata già da anni nella nostra unità operativa per il Morbo di Parkinson e i tremori (si parla di neuro-modulazione cerebrale) così come per alcune forme di dolore cronico come post-operatori e agli arti neuropatici (neuro-modulazione spinale)”.
“La novità della procedura da noi eseguita consiste nel fatto che la neuro-modulazione spinale può ora essere usata anche per la lombalgia grazie allo sviluppo di una nuova generazione di neuro-stimolatori e di nuovi algoritmi di programmazione. Il primo paziente che abbiamo trattato è un uomo di 70 anni che abbiamo già dimesso con un ottimo decorso postoperatorio e stiamo per concludere la fase di programmazione per impostare i parametri ideali”, conclude Cacciola.