Pisa, 26 dicembre 2020 – La ricerca nazionale che l’IRCCS Fondazione Stella Maris e i medici in formazione dell’Università di Pisa, nella primavera scorsa ha realizzato contattando le famiglie dei pazienti in cura per analizzare l’impatto che il lockdown ha avuto sulla loro salute psicofisica, comportamentale e sulla continuità terapeutico-riabilitativa, è diventata una pubblicazione scientifica.
Esce sulla rivista internazionale Brain Science l’articolo dal titolo “Behavioral and emotional changes during COVID-19 lockdown in an Italian pediatric population with neurologic and psychiatric disorders”, il primo studio longitudinale italiano finalizzato a studiare gli effetti che il lockdown del marzo 2020 ha determinato a livello emotivo e comportamentale in una popolazione di bambini e adolescenti con patologie psichiatriche e neurologiche.
Lo studio è stato ideato e condotto presso l’Istituto IRCCS Fondazione Stella Maris di Pisa, Ospedale Universitario di terzo livello che riceve bambini provenienti da tutta Italia, dagli allievi della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatra Infantile con la supervisione della prof.ssa Roberta Battini, direttrice della Scuola e delle dott.sse Annarita Milone, Eugenia Conti e Giuseppina Sgandurra.
Il lockdown e la survey
L’improvvisa sospensione delle attività cliniche routinarie non urgenti imposta nel marzo scorso, ha creato di fatto l’opportunità di dirigere le energie degli specializzandi nello studiare gli effetti che un evento di tale portata poteva avere su una popolazione pediatrica già di partenza molto fragile. All’incirca 700 famiglie con bambini di età compresa tra 18 mesi e 18 anni, valutate presso IRCCS Fondazione Stella Maris nei mesi precedenti l’epidemia, sono state personalmente contattate telefonicamente dai medici specializzandi e istruite per la compilazione di questionari online, su piattaforma creata ad hoc, focalizzati ad individuare la comparsa di sintomi psicopatologici.
I dati
Questa messe di dati è stata messa a confronto con il profilo comportamentale ed emotivo precedente l’epidemia e sono stati messi in correlazione con con variabili quali l’età, il raggruppamento diagnostico e le difficoltà finanziare famigliari intercorse in emergenza sanitaria.
L’adesione all’iniziativa è stata inizialmente molto ampia, ma le effettive difficoltà riferite dalle famiglie impegnate nella gestione di situazioni famigliari molto complesse – raccontano gli specializzandi – hanno fatto sì che il campione finale completo dello studio fosse costituito da 141 famiglie.
I risultati
I risultati hanno messo in luce un aumento di sintomatologia ansiosa e somatica nella sottopopolazione di bambini più piccoli (18 mesi- 5 anni) mentre un aumento di sintomi ossessivo-compulsivi, di stress post-traumatico e di sintomi di alterazione del pensiero, è stato individuato nella popolazione dei bambini di età compresa tra 6 e 18 anni.
E’ emerso inoltre come un’età minore sia un fattore “protettivo” nella popolazione dei bambini prescolari, rivelando una migliore resilienza nei bambini più piccoli, mentre la comparsa di problematiche economiche familiari è risultato essere un fattore di rischio rispetto all’aumento di sintomi psicopatologici nei bambini di età compresa tra 6 e 18 anni. In corso le analisi statistiche sullo stress genitoriale.