Roma, 18 dicembre 2020 – “Abbiamo avviato un nuovo protocollo per quanto riguarda il monitoraggio dell’uso dei dpi, un’analisi dei protocolli che riguarda il rapporto con i pazienti e una rete per fornire a tutti i medici un adeguato livello di protezione. I medici di medicina generale si sono ammalati di più rispetto a quelli ospedalieri. Bisognerà rivedere anche l’efficacia delle mascherine, si è molto discusso su questo, ma stante la situazione sicuramente qualcosa è da rivedere”, così Giovanni Leoni, vicepresidente FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, a proposito dei contagi e decessi tra i medici di famiglia.
“Con gli altri virus nessuno moriva, questo è un virus mutante che ha caratteristiche differenti e quindi deve essere rianalizzato – prosegue Leoni – L’influenza stagionale è alle porte e tutto il controllo del territorio deve essere rivisto assolutamente. Ci sono regioni in cui la distribuzione dei dpi è assolutamente efficace, in altri invece no. Le mascherine e i camici monouso devono essere cambiati, così come i guanti. Io sono veneto e vi assicuro che anche nella nostra regione esistono problemi riguardo l’attivazione delle Usca, che sono la metà di quelle previste. Siamo in forte ritardo anche perché i bandi hanno avuto scarsa adesione”.
Sull’impiego degli specializzandi per le vaccinazioni anti-covid. “Noi non siamo d’accordo perché gli specializzandi sono medici che fanno un corso di formazione-lavoro, un’attività come quella vaccinale è un’attività tecnica di tipo ripetitivo che poco ha a che fare con la formazione intellettuale che deve fare uno specializzando. Penso che gli specializzandi debbano fare il loro lavoro e il loro corso di studi. Per le vaccinazioni sono necessari bandi specifici per medici e infermieri che in questo momento non hanno lavoro”.
Sul manuale cinese per l’emergenza covid. “Alla fine di febbraio è arrivato un manuale cinese in cui ci sono tutti i protocolli che riguardano l’emergenza covid. Nel manuale c’è scritto che un medico di un reparto covid non dovrebbe avere un turno superiore alle 4 ore perchè è estremamente stressante. Noi in Italia gli infermieri fanno turni di 8 ore, dalle 7.00 alle 13.00, dalle 13.00 alle 21.00 e dalle 21.00 alle 7.00 di mattina. I medici a volte fanno turni tra 6 e 12 ore. Questi sono orari di lavoro normali, non di terapia intensiva con tipo di vestizione, tipo di approccio e tipo di pazienti da monitorare. Oggi i reparti di medicina sono trasformati in reparti di sub-intensiva e c’è una grande differenza”.
(fonte: Radio Cusano Campus)