Firenze, 10 dicembre 2020 – “Il farmacista ospedaliero è al centro dello sviluppo di farmaci personalizzati e della medicina di precisione, totalmente integrato nei team multidisciplinari e nei PDTA oncologici, soggetto trainante della nuova integrazione ospedale-territorio, protagonista della logistica integrata del farmaco e della rivoluzione digitale e dell’intelligenza artificiale, figura professionale stabilmente inserita nelle unità di crisi”: questi i messaggi che Arturo Cavaliere (presidente SIFO) ha voluto lanciare all’inizio del XLI Congresso nazionale della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie-SIFO per posizionare la professione in un periodo di ripensamento dell’intero Servizio Sanitario Nazionale.
L’evento, che dal 10 al 12 dicembre coinvolge su piattaforma digitale migliaia di professionisti ed operatori sanitari, politici ed esponenti delle istituzioni, associazioni di pazienti e società scientifiche, si concentra su un tema che guarda all’oggi ma si rivolge al futuro: Dai Dati all’Informazione: nuovo paradigma per l’Assistenza Farmaceutica e il SSN. Imparare dall’emergenza per cambiare.
“Il nostro impegno come farmacisti del Servizio Sanitario Nazione – ha sottolineato Ielizza Desideri, presidente del XLI Congresso SIFO nell’evento pre-congressuale che nella serata di ieri ha anticipato l’apertura dei lavori – è quello di contribuire al bene comune con il nostro lavoro e dalla nostra posizione che è così trasversale ai processi assistenziali, sul piano clinico e gestionale. Se l’emergenza pandemica ha evidenziato limiti e criticità strutturali, culturali, organizzative, allora si potrà e dovrà imparare dall’emergenza per cambiare, come auspica il titolo che abbiamo scelto. Cambiare, lo sappiamo, è un verbo impegnativo, quando significa accettare di partecipare allo sforzo comune per migliorare quello che facciamo, con una prospettiva di lungo termine, senza accontentarsi di soluzioni momentanee o parziali. Il tema scelto per il nostro congresso risulta quindi attuale e centrale e l’emergenza lo ha evidenziato”.
Alla luce di queste riflessioni, come mai SIFO ha voluto stressare il forte rapporto tra “dati, informazioni e cambiamento”? “Le fonti dati sono molteplici – ha precisato la presidente del Congresso – e generano numeri perlopiù de-strutturati, o non inter-connessi, non completamente fruibili, accessibili, interrogabili. È difficile gestire dinamicamente queste risorse, sia in sanità come in altri ambiti della attività umana. Quindi appare evidente il bisogno di assicurare competenze e strumenti adeguati alla raccolta dei dati, con attenzione alla standardizzazione, alla qualità, alla loro protezione”.
Per questo, è stato il messaggio conclusivo di Arturo Cavaliere: “Il farmacista ospedaliero – che ha assunto un ruolo trasversale tra direzione strategica e assistenza, sviluppando capacità organizzative e manageriali che vanno ben oltre le pur importanti competenze tecniche – è chiamato da subito a governare l’onda del cambiamento, partecipando attivamente al governo del sistema dei dati affinché questi si traducano in scelte di salute, in risposte concrete ai bisogni”.
Durante l’evento pre-congressuale che ha lanciato i temi nevralgici del congresso, si sono alternati – oltre agli gli interventi di Cavaliere e Desideri – anche quelli di Barbara Meini (coordinatore del Comitato Scientifico del Congresso), Andrea Cammilli (presidente del Comitato organizzatore) e alla performance di farmacia narrativa creata sulla base dei testi condivisi da farmacisti ospedalieri durante la pandemia.
Hanno portato inoltre i loro saluti anche Andrea Mandelli (presidente FOFI), Bruno Marie Duffè (Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Città del Vaticano), Simone Bezzini (Assessore al Diritto alla Salute e alla Sanità, Regione Toscana), Antonio Mazzeo (Presidente del Consiglio Regionale, Regione Toscana), mentre Luca Toschi (Professore Ordinario di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi e Direttore del Center for Generative Communication, Università di Firenze), ha proposto una riflessione sul significato della comunicazione nell’ambito dei servizi sanitari di fronte all’attuale emergenza.