Roma, 27 novembre 2020 – In aumento la disponibilità di posti in strutture intermedie, alternative agli ospedali, per gestire i casi moderati-lievi. È stato analizzato al 25 novembre l’andamento delle regioni con riferimento all’attivazione degli alberghi sanitari, ovvero strutture di accoglienza per pazienti covid-19 positivi.
La Toscana ha 958 camere di cui 621 attualmente occupate con Unità Speciale di Continuità Assistenziale (USCA) presenti all’interno degli alberghi con maggior numero di camere disponibili. La Basilicata ha attivato 119 camere nella provincia di Potenza e 157 nella provincia di Matera. Il Piemonte allo stato attuale presenta 2.271 camere con l’obiettivo di attivare 1 posto letto ogni 4.000 abitanti. In Campania risulta disponibile l’Ospedale del Mare con 84 camere, tra singole e doppie, di cui 14 già occupate.
Il Lazio ha attivato 800 posti letto in diverse strutture alberghiere e presenta al momento un tasso di occupazione al 50%, mentre la Liguria mostra 455 PL attivi. L’Umbria, con 74 PL attivi, sta verificando l’idoneità di ulteriori strutture sul territorio mentre nella regione Marche sono ad oggi stati attivati 637 posti letto. Nella Regione Puglia risultano attivi 217 posti letto, mentre in Abruzzo sono stati messi a disposizione 24 appartamenti del progetto Case di Roio (L’Aquila).
La regione Emilia-Romagna segnala che nei 4 alberghi presenti sul territorio l’83% dei PL è ancora disponibile e le strutture ricettive destinate all’isolamento sono libere al 40%. In Sicilia, invece, è presente almeno un covid hotel per ogni provincia ed all’interno dell’ATS Milano risultano attivi 3 covid hotel.
Le restanti regioni si stanno attivando nel reperimento di strutture disponibili attraverso la pubblicazione di bandi e manifestazioni di interesse.
“Se è vero che le pandemie si combattono sul territorio e a casa del paziente – sottolinea il prof. Americo Cicchetti, Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – ciò è ancor più vero in questa seconda ondata della pandemia. La proporzione di pazienti gestiti al domicilio è cresciuta enormemente in questa seconda fase, e la vera sfida è rendere disponibili strutture intermedie (hotel, residenze, navi o altro). Ancora una volta registriamo una estrema variabilità nella disponibilità di queste strutture fondamentali nelle diverse Regioni”.
È quanto emerso dalla 30ma puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del SARS-CoV-2 a livello nazionale.
L’analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province Autonome con un focus dedicato alle Regioni in cui è stato maggiore il contagio (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Lazio). Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica, è coordinato da Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica del prof. Gianfranco Damiani e della dott.ssa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica (Sezione di Igiene).
A partire dal Report #4 la collaborazione si è estesa al Centro di Ricerca e Studi in Management Sanitario dell’Università Cattolica (prof. Eugenio Anessi Pessina) e al Gruppo di Organizzazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro (prof. Rocco Reina). Il team multidisciplinare è composto da economisti ed aziendalisti sanitari, medici di sanità pubblica, ingegneri informatici, psicologi e statistici.
La finalità è comprendere le implicazioni delle diverse strategie adottate dalle Regioni per fronteggiare la diffusione del virus e le conseguenze del Covid-19 in contesti diversi per trarne indicazioni per il futuro prossimo e per acquisire insegnamenti derivanti da questa drammatica esperienza.
Incidenza in diminuzione
L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione nell’ultima settimana. È stato individuato, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 9 ed il 15 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 362 ogni 100.000 residenti. La settimana appena trascorsa registra un decremento dell’incidenza settimanale nei 7 giorni tra il 18 e il 24 novembre 2020, registrando un valore nazionale pari a 303 ogni 100.000 residenti.
Quadro epidemiologico
I dati (al 24 Novembre) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 798.386) sulla popolazione nazionale è pari a 1,32% (in aumento rispetto ai dati del 17/11 in cui si registrava lo 1,22%). La percentuale di casi (n = 1.455.022) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dal 2,05% al 2,41%.
Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra nella Valle d’Aosta (4,92%) e PA Bolzano (4,06%), ma è in PA Bolzano (2,19%), Campania (1,78%) e Piemonte (1,78%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 1,33% (sensibilmente aumentata rispetto ai dati del 17/11).
Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo).
In particolare, è stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: proprio la settimana appena trascorsa, tra il 17 ed il 23 novembre 2020, è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.540 casi ogni 100.000 residenti). Il valore massimo si registra in PA Bolzano (2.600 casi ogni 100.000 residenti), seguita Piemonte da (2.156 casi ogni 100.000 residenti). Il dato più basso si registra in Calabria (574 casi ogni 100.000 residenti).
Dal report #21, si introduce una nuova analisi in termini di monitoraggio della prevalenza derivante dal confronto negli ultimi mesi (Prevalenza periodale del 26 settembre-25 ottobre e del 26 ottobre-24 novembre per 100.000 abitanti) si denota come nella maggior parte delle regioni tale indice abbia subito un significativo aumento. La differenza più significativa riguarda la Liguria, la Lombardia, la P.A di Bolzano e la Valle d’Aosta. In particolare, il valore nazionale della prevalenza di periodo è incrementato notevolmente passando da 442 (nel periodo 26 settembre-25 ottobre) a 1907 (nel periodo 26 ottobre-24 novembre).
Letalità (rapporto decessi su positivi)
Dal report #25 è stata analizzata la letalità grezza apparente del Covid-19 nelle Regioni italiane (04-10 novembre 2020) che corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito dei soggetti positivi al Covid-19. Il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia è stato pari al 61,80 per 1.000 e si è registrato nei 7 giorni tra il 18 ed il 24 marzo 2020.
Nella settimana 18-24 novembre 2020, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 6,79% (in aumento rispetto alla scorsa settimana 5,83%). La Valle d’Aosta ha superato notevolmente il valore soglia registrando una mortalità grezza pari a 26,29% insieme a PA Bolzano (12,22%), Friuli-Venezia Giulia (10,90%), Piemonte (10,73%), Lombardia (9,90%), PA Trento (9,21%) e Abruzzo (8,42%).
Ricoveri, in diminuzione rispetto alla scorsa settimana
Analizzando l’andamento dei pazienti ricoverati sul totale dei positivi, si vede che nelle Regioni del Nord il valore medio registrato nell’ultima settimana nelle Regioni del Nord dall’indicatore è pari a 5,49% (in diminuzione rispetto alla scorsa settimana che era pari a 5,52%).
In tutte le Regioni del Centro si registra un andamento in diminuzione, eccezion fatta per l’Umbria. Il valore medio registrato nell’ultima settimana nelle Regioni del Centro dall’indicatore è pari a 4,28% (in calo rispetto alla scorsa settimana che era pari a 4,54%).
In diminuzione pure il valore medio registrato nell’ultima settimana dall’indicatore nelle Regioni del Sud: è pari a 3,59% (in calo rispetto alla scorsa settimana che era pari a 3,95%).
In aumento soprattutto i pazienti gestiti a domicilio
Dal report #29 è stato avviato il monitoraggio della distribuzione per setting della nuova pressione (aggiuntiva o sottrattiva) che il sistema sanitario ha registrato nella settimana appena trascorsa. È emerso che nella settimana appena trascorsa la maggiore parte della nuova pressione si sia tradotta in nuovi casi isolati a domicilio. Nel complesso, in Italia, ci sono stati 90 isolati a domicilio in più ogni 100.000 abitanti e 2 ricoveri ordinari in più (per 100.000 abitanti). Si segnala in controtendenza la Regione Valle d’Aosta, la Liguria, l’Umbria, la Toscana, la PA Trento e la Lombardia che hanno diminuito la pressione sul sistema.
Terapia Intensiva
Dal report #22 è stato avviato il monitoraggio del tasso di saturazione dei Posti Letto di Terapia Intensiva comparando i posti letto attivi pre DL 34/2020 con i nuovi posti letto attivati post DL 34/2020.
L’indicatore misura la saturazione, al 18 novembre, sia in riferimento al numero di posti letto in dotazione alle Regioni prima del DL 34 che considerando le nuove implementazioni previste nei piani regionali di riorganizzazione della rete ospedaliera (DL34/2020).
Se consideriamo la dotazione di posti letto originaria, ovvero prima dei piani regionali di riorganizzazione della rete ospedaliera, il tasso di saturazione in oggetto risulta essere pari al 160% in Valle d’Aosta, al 123,2% in Piemonte, al 110,8% nella P.A. di Bolzano, al 109,4% in Lombardia, al 107,9% nella P.A. di Trento e al 101,4% in Umbria.
Le suddette percentuali scendono rispettivamente al 88,9%, 64,4%, 53,2%, 65,1%, 52,6% e 55,1% se prendiamo in considerazione la dotazione prevista in risposta ai dettami del DL 34/2020.
Il tasso di saturazione medio calcolato sull’intera penisola è del 75,1% se consideriamo la dotazione pre DL 34 e del 45,8% se, invece, teniamo in considerazione i nuovi posti letto di TI, in aumento rispetto al precedente aggiornamento di 3,5 (situazione PRE DL 34) o 2,1 (situazione POST DL 34) punti percentuali.
Per quanto riguarda l’incremento del tasso di saturazione rispetto all’aggiornamento della settimana precedente, considerando la dotazione post DL 34, il differenziale maggior si registra in Basilicata (+11,1%), Calabria (+10%), Puglia (+9,7%), Lombardia (+9,6%) ed in Veneto (+9,4%%).
Unica regione a registrare un tasso negativo è il Molise ed in particolare il decremento del tasso di saturazione rispetto alla settimana precedente è pari a 2,3 punti percentuali.
Tasso di saturazione della capacità aggiuntiva di PL di Terapia Intensiva al 25 novembre 2020
Dal report #24 è stato elaborato un indicatore che misura il tasso di saturazione della capacità extra in termini di posti letto di terapia intensiva. In altre parole, indica quanti posti letto di terapia intensiva, previsti dal DL34 ed effettivamente implementati, sono occupati da pazienti Covid-19.
Dodici regioni hanno esaurito la suddetta capacità. Si tratta della Lombardia, Piemonte, Liguria, Calabria, Puglia, Molise Sardegna, Umbria, Marche, Abruzzo, Toscana e P.A. di Bolzano. In particolare, la Lombardia sta utilizzando il 40,30% della propria dotazione strutturale di posti letto di terapia intensiva, il Piemonte il 31,19%, la Liguria il 30,67%, la Calabria il 26,03%, la Puglia il 20,39%, il Molise il 20%, la Sardegna il 18,66%, l’Umbria il 14,29%, le Marche il 10,43%, l’Abruzzo il 9,76%, la Toscana il 5,23% e la P.A. di Bolzano il 2,70%. Queste regioni stanno, quindi, utilizzando la capacità strutturale di posti letto di terapia intensiva, ovvero quei posti letto che dovrebbero essere dedicati ai pazienti No-Covid-19.
Sono prossime alla totale saturazione della capacità aggiuntiva il Friuli-Venezia Giulia (98,18%), il Lazio (93,82%), l’Emilia-Romagna (83,56%), la P.A. di Trento (78,85%) e la Campania (75,29%). Viaggiano, invece, su una occupazione di circa 2/3 della capacità aggiuntiva la Sicilia (60,39%), il Veneto (60,28%), la valle d’Aosta (59,26%) e la Basilicata (53,66%).
Tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica al 25 novembre 2020
Dal report #28 è stato elaborato un indicatore che misura il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica, ovvero dei posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia. Al 25 novembre 2020 sedici regioni superano la soglia di sovraccarico del 40% individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30/4/2020.
In particolare, il grafico mostra che la P.A. di Bolzano ha raggiunto la saturazione più elevata a livello nazionale registrando un tasso pari al 95,88%, seguita dal Piemonte (87,48%). Ciò significa che queste regioni rischiano di dover far ricorso ai posti letto non afferenti alle sopracitate specialità per rispondere alle esigenze di cura dei pazienti Covid-19.
Registrano tassi di saturazione intorno ai 2/3 della disponibilità di posti letto in area critica saturata la P.A. di Bolzano (69,70%) la Valle d’Aosta (65,55%) e la Liguria (58,93%). Il Veneto, con una saturazione pari al 40,37%, si posiziona sulla soglia di sovraccarico.
Le uniche regioni sotto la soglia di sovraccarico sono la Sicilia (37,03%), la Toscana (34,85%), la Basilicata (34,76%), la Sardegna (33,29%) ed il Molise (29,86%).
“Al 25 novembre 2020 – afferma il prof. Cicchetti – nonostante ulteriori implementazioni di posti letto di terapia intensiva, 12 Regioni e Province Autonome hanno esaurito la capacità di posti letto di terapia intensiva aggiuntivi e stanno, seppur con percentuali diverse, attingendo alla capacità strutturale. Altre 5 regioni sono, invece, prossime alla saturazione”.
“Il tasso di saturazione dei posti letto di terapia intensiva – continua il prof. Americo Cicchetti – continua a crescere, rispetto alla settimana precedente, di 3,5 punti percentuali considerando la dotazione di posti letto di terapia intensiva PRE DL 34/2020 e di 2,1 punti percentuali considerando la dotazione di posti letto di terapia intensiva POST DL 34/2020. In altre parole, al 25 novembre considerando la dotazione delle Regioni pre-DL34 il 75,1% dei posti letto di terapia intensiva sono occupati da pazienti Covid-19. Questa percentuale scende al 45,8% se consideriamo la dotazione a regime prevista dal già citato DL34/2020”, prosegue Cicchetti.
“Continua, inoltre, il monitoraggio dell’indicatore sulla saturazione dei posti letto in Area Non Critica, ovvero dei posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia. Al 25 novembre 2020 si registra che la P.A. di Bolzano ha raggiunto la massima saturazione registrando un tasso pari al 95,88% e che sono prossime alla saturazione il Piemonte (87,48%)”.
“La saturazione di terapia intensiva e di area non critica sembra crescere in modo lineare – precisa il prof. Cicchetti – nella maggior parte delle regioni. Fanno eccezione la P.A. di Bolzano e Toscana, Umbria e Lombardia. Il sistema continua ad essere resiliente: al 25 novembre sono ancora solo 7 regioni hanno sospeso i ricoveri ordinari e 3 l’attività ambulatoriale”.
Confronto tra PL TI e numero di Anestesisti
Si analizza l’andamento dell’indicatore finalizzato a misurare il numero di anestesisti e rianimatori per posto letto di terapia intensiva in tre orizzonti temporali, pre DL 34/2020, al 4 novembre ed al 25 novembre. Al 25 novembre, il valore più basso dell’indicatore è registrato in Valle d’Aosta, con 0,9, ovvero meno di un anestesista rianimatore per posto letto di terapia intensiva. Al contrario Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, sono le regioni che presentano un valore più elevato superando le 2 unità di personale per posto letto. La differenza tra i dati al 25 novembre e i dati pre DL 34/2020 mostra una riduzione significativa per la Valle D’Aosta, P.A. di Trento, P.A. di Bolzano e Campania.