Emergenza Covid in Sicilia, Confintesa Sanità: “Situazione critica, urgono interventi urgenti”

Dott. Domenico Amato

Palermo, 16 novembre 2020 – In varie occasioni Confintesa Sanità ha segnalato le possibili iniziative che il Governo Regionale e Nazionale avrebbero potuto operare per tamponare in maniera più efficace i danni causati da una possibile seconda ondata di contagi.

Da sempre abbiamo segnalato la mancanza di personale sanitario negli ospedali (italiani e siciliani), adesso più che mai i nodi vengono al pettine e seppur si sono indetti dei bandi reclutamento per nuovi ingressi di personale sanitario (medici, infermieri ed OSS), le forme contrattuali proposte sono quanto mai inadeguate e a maggior ragione in questo periodo storico (contratti a partita IVA o CO.CO.CO. etc.), sono infatti che non danno la ben che minima garanzia in caso di problemi legati a possibili infortuni lavorativi legati alla tipologia di lavoro svolto nei reparti CoVid dell’Isola ormai saturi di pazienti contagiati, cosa questa che facilità la diffusione del contagio visto poi che in alcuni casi i locali dove sono stati creati i posti CoVid non erano predisposti a gestire questo tipo di emergenza con l’adeguata ventilazione e ricambio d’aria. Vedasi la situazione dell’Ospedale Civico di Palermo dove 18 operatori sanitari si sono infettati di cui uno anch’esso ricoverato per complicazioni.

Altro punto da considerare e la sicurezza degli operatori sanitari nell’espletamento delle loro funzioni all’interno delle loro strutture sanitarie. Ci sono casi in cui vengono distribuite mascherine chirurgiche o FPP2, ma sappiamo bene che per avere una maggiore protezione in ambianti dove la concentrazione del virus è alta, è necessario l’utilizzo delle mascherine FPP3. Non si possono mandare in guerra le persone con gli stivali di cartone, è successo in passato e sappiamo come è andata a finire.

Terzo punto ma forse il più importante è quello inerente il potenziamento e la piena applicazione dell’assistenza domiciliare dei pazienti CoVid-19 sul territorio. Questo comporta anche attivare “l’infermiere di famiglia” in Sicilia cosi come previsto dal Decreto Rilancio in Gazzetta Ufficiale, figura già presente in altre regioni d’Italia. Figura indispensabile per attuare tutti quei processi di salute individuali, familiari di comunità che nell’ambito di una rete multidisciplinare insieme ai medici di famiglia e dei pediatri e l’ADI (assistenza domiciliare integrata) possa curare i paziente direttamente al loro domicilio mettendo in atto tutti quei processi assistenziali idonei alle cure del caso.

Assistere a casa i malati non gravi è l’unico modo, a nostro avviso, per non intasare i pronto soccorsi siciliani e i reparti dei nostri nosocomi, ridotti ormai allo stremo delle forze consentendo altresì di anticipare le cure già al domicilio evitando o prevenendo i casi gravi.

“Spero che le autorità competenti in materia ascoltino le nostre segnalazioni e proposte, ne va non soltanto della salute di tutti gli operatori sanitari siciliani e non, ma anche della possibilità di non diffondere ancor di più il virus e di poter garantire le giuste cure alla popolazione che certamente senza medici, infermieri e oss non potrebbe essere curata”, così dichiara Domenico Amato, Segretario Regionale Confintesa Sanità Sicilia.

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