Roma, 4 novembre 2020 – Da qualche giorno alla presidenza dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), Enrico Coscioni, cardiochirurgo e consigliere per la Sanità del governatore campano Vincenzo De Luca, spiega in una intervista all’agenzia Dire come rafforzare il lavoro dell’Agenas, per mesi commissariata. Un contributo che è mancato in questo periodo di pandemia e che ora diventa urgente:
Innanzitutto congratulazioni presidente. Con la sua nomina, l’Agenzia dovrebbe ritrovare la capacità di intervenire, attraverso le analisi e il monitoraggio, sull’organizzazione e la spesa delle risorse dal governo centrale alle Regioni, dopo una stagione di commissariamento, che ricordiamo è stato impossibile concludere a causa del Covid agli esordi dell’emergenza. Quali sono gli obiettivi che si è prefissato?
“In primo luogo, rivalorizzare il Programma Nazionale Esiti (PNE) in quanto ha rappresentato per anni un elemento identificativo e qualificante del lavoro dell’Agenzia per la valutazione delle performance e degli esiti ospedalieri. Purtroppo, però, negli ultimi anni, non si è più investito in questa attività. Con l’attuale ingresso in Agenzia di nuove professionalità, dunque, siamo certi di costruire un Programma nazionale esiti adeguato alle sfide future della Sanità nazionale. L’altro ambizioso obiettivo è quello di costruire un vero e proprio sistema di valutazione qualitativo e quantitativo delle prestazioni territoriali. Il goal consisterebbe nell’ottenere una base concreta alla costruzione di una vera integrazione ospedale-territorio. Ciò consentirebbe all’Agenzia di svolgere un alto compito di regia su tutte le attività del Servizio sanitario nazionale potendo, così, supportare l’attività politica con informazioni validate da flussi aggiornati e fotografando l’effettiva realtà operativa”.
Intanto le terapie intensive sembrano poche, le elaborazioni fatte dall’agenzia sui posti letto in T.I. tengono conto dei cambiamenti, ma solo fino al 2019, in cui c’era disomogeneità tra regioni e molti ricoveri fuori regioni. Cosa farete per individuare il numero ‘giusto’ per il futuro, anzi per l’imminenza, data la situazione nuovamente di emergenza pandemica?
“La disomogeneità tra le Regioni è stata sicuramente causata da anni di Commissariamento di molte Regioni del Mezzogiorno d’Italia. Ciò, nel corso del tempo, ha penalizzato queste ultime sia in termini di immissioni di personale che di investimenti in edilizia e strumentazione. Per alcune Regioni, la ricaduta è stata aggravata dal numero ridotto delle terapie intensive. Con la riorganizzazione ospedaliera a seguito del DM 70 si era assistito ad un primo incremento dei posti di terapia intensiva, fino a che la prima ondata epidemica ne ha reso necessario un ulteriore importante incremento. Motivo per cui, l’Agenzia sta lavorando ad un cruscotto di monitoraggio continuo che consentirà di avere sempre chiara ed aggiornata la situazione delle terapie intensive in tutta Italia”.
Risorse: Mes e Recovery Fund per la sanità. Quale opportunità cogliere e quali le priorità?
“Ciò che attualmente risulta essere prioritario è sicuramente la necessità di investire in sanità. In quest’ambito, l’Agenzia sarà pronta a dare il suo contributo per la realizzazione di progetti che consentano di allocare in maniera rapida e concreta le risorse”.
I precari Agenas: 70 lavoratori su 150, con contratti di collaborazione da 10-15 anni, che a ridosso della scadenza del loro contratto, il 2 novembre, hanno ottenuto una proroga fino al 31 dicembre. Ai lavoratori è stata promessa la stabilizzazione. Cosa intende fare nei loro confronti?
“Rispetto ai 70 precari storici dell’Agenzia, il Direttore Generale Domenico Mantoan ha già provveduto a firmare la proroga dei contratti al 31 dicembre. Parallelamente, si sta lavorando ad una nuova norma ministeriale che consentirà una proroga più ampia al fine di procedere alla successiva stabilizzazione”.
Lei è consigliere per la sanità del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, una delle Regioni più colpite dalla pandemia in questa nuova fase dell’emergenza. Quali sono i suoi consigli al Presidente De Luca per affrontare la situazione pandemica?
“Certo è che la nuova ondata epidemica non ci ha trovati impreparati. In Regione Campania, nel volgere di poco tempo, siamo riusciti ad aumentare i posti letto di terapia intensiva, che da 335 sono diventati 630. Di questi, al momento, 224 sono riservati ai pazienti Covid-19. Con ciò ci riferiamo, ovviamente, a un meccanismo a fisarmonica a favore dell’efficientamento della gestione organizzativa. Inoltre, abbiamo incrementato in modo sostanziale il numero di ospedali dedicati al Covid, tanto che, attualmente, siamo riusciti ad ottenere 2000 posti di degenza Covid nel pubblico e 600 nel privato accreditato”.
(fonte: Agenzia Dire)