Roma, 13 ottobre 2020 – Quattrocentodiecimila interventi chirurgici rimandati a causa del dirottamento di anestesisti e infermieri verso i reparti Covid e della necessità di ridurre il rischio di esposizione al virus. Finita l’emergenza le sale operatorie avrebbero dovuto lavorare al 120% delle loro possibilità, ma i blocchi operatori in questo momento stanno operando solo al 70% con conseguenze facilmente immaginabili in termini di liste d’attesa.
Il rinvio degli interventi ha interessato in particolare alcune categorie diagnostiche. Si va dal 56% dei ricoveri per interventi legati a malattie e disturbi dell’apparato cardiocircolatorio alla quasi totalità dei ricoveri per patologie afferenti all’otorinolaringoiatria e al sistema endocrino, nutrizionale e metabolico. Un terzo degli interventi da riprogrammare riguarda l’area ortopedica, con 135mila ricoveri rimandati.
Questa la fotografia del comparto alla vigilia del 122esimo Congresso della Società Italiana di Chirurgia (SIC), la più antica società scientifica chirurgica italiana che riunisce le eccellenze del nostro Paese nel settore.
Il congresso, dal titolo “La chirurgia italiana non teme le avversità”, affronterà i temi dell’emergenza della chirurgia nel post-lockdown, della digitalizzazione degli ospedali e della formazione dei chirurghi del domani. Quest’anno, per la prima volta, il meeting si svolgerà online, nel pieno rispetto della normativa anti Covid, e sarà presieduto da Giovanni Ramacciato (professore ordinario di Chirurgia generale presso Sapienza Università di Roma – Facoltà di Medicina e Psicologia, direttore UOC Chirurgia epatobiliare e pancreatica presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma) e Marco Sacchi (Direttore UOC Chirurgia Generale dell’Ospedale Goretti di Latina).
“Esserci è già una grande testimonianza. Abbiamo deciso che, proprio in questo momento emergenziale, non dovesse mancare un segnale di presenza della nostra Società e che ciò sarebbe dovuto arrivare comunque, prescindendo dalle modalità organizzative, dandoci così la possibilità di svolgere il nostro mandato scientifico”, evidenzia Paolo De Paolis, presidente della Società Italiana di Chirurgia (SIC) e direttore della chirurgia generale d’urgenza dell’Ospedale Molinette di Torino.
Sedici sessioni virtuali, caricate in una piattaforma online completamente fruibile sia in tempo reale che on demand, durante le quali saranno esposte le principali tecniche chirurgiche innovative a confronto con le metodiche più tradizionali. Le giornate del 15 e del 16 saranno aperte dalle relazioni biennali dei professori Marco Montorsi, past president SIC e rettore dell’Humanitas University di Milano (“Outcome Relationship in Oncological Suergery”), e Ferdinando Cafiero, direttore della chirurgia ospedaliera 1 dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova (“Current management of Melanoma”).
“Questo consesso – spiega De Paolis – sarà l’occasione per riflettere su alcune criticità del nostro sistema sanitario poste prepotentemente all’attenzione pubblica dall’emergenza sanitaria. Sussistono almeno tre priorità su cui tutti gli attori del comparto dovrebbero riflettere. La prima riguarda l’emergenza chirurgia post-lockdown. Secondo Nomisma sono stati circa 410mila gli interventi chirurgici rimandati. Su queste cifre il governo, di concerto con le Regioni, dovrà riflettere e agire, facendo passare il messaggio che la chirurgia italiana, oltre a essere una eccellenza riconosciuta a livello mondiale, è assolutamente sicura. E proprio su questo punto abbiamo il dovere di informare i pazienti correttamente, non si può rinunciare a un intervento, magari importante, per paure o timori al momento infondati”.
“La seconda priorità – prosegue il presidente SIC – riguarda la mancata digitalizzazione del sistema sanitario. La possibilità di finanziare a basso costo enormi investimenti nel campo sanitario tramite i fondi europei rappresenta in questo momento una opportunità fondamentale da cogliere. Sarebbe importante, però, sfruttare queste risorse seguendo una strategia e definendo priorità precise, rifiutando l’idea che il Covid possa fermare la sanità italiana. L’informatizzazione del sistema sanitario e l’introduzione del fascicolo elettronico rappresentano priorità ineludibili. Non possiamo fermarci nuovamente di fronte all’alibi dei dati sensibili perché altri settori, come per esempio quello bancario, hanno affrontato e superato da tempo questo problema”.
“Il terzo e ultimo fattore al centro delle nostre riflessioni – conclude De Paolis – sarà la formazione continua e costante dei chirurghi attraverso la tecnologia e il digitale. Senza formazione non si ha sviluppo della chirurgia. Il nostro compito è quello di non far passare in secondo piano le potenzialità dei nostri medici, la cui professionalità e bravura sono riconosciute a livello mondiale”.
Il programma prevede anche una tavola rotonda dal titolo “Sanità e ricerca scientifica: un’occasione storica dopo il Covid-19”, moderata dal giornalista Bruno Vespa, che vedrà la partecipazione, tra gli altri, di esponenti del Governo come il vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri, autorità esperte del settore come Beatrice Lorenzin, già ministro della Salute, personalità di spicco della politica nazionale come Gianni Letta, già Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, esponenti del mondo accademico come il professor Eugenio di Gaudio (Magnifico Rettore dell’Università La Sapienza di Roma), il presidente SIC Paolo de Paolis e Francesco Rocca, presidente della Federazione Internazionale della Società di Croce Rossa e Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana.