Al Rizzoli il 4 luglio a confronto medici e pazienti
Bologna, 30 giugno 2015 – Oltre 300 milioni di persone ne soffrono nel mondo, quasi 5 milioni in Italia: le malattie reumatiche sono croniche, dolorose e spesso fortemente invalidanti. Particolare attenzione richiedono le forme più severe definite “infiammatorie”, che colpiscono in Emilia-Romagna oltre 31.000 persone, di cui 512 sono pazienti con meno di 18 anni.
Una svolta nella cura è rappresentata dalle terapie biotecnologiche, che aprono nuovi scenari relativamente all’efficacia clinica, all’organizzazione del sistema sanitario e alle prospettive della ricerca in campo reumatologico.
Di tutto ciò intende discutere l’incontro tra medici e pazienti “Biotecnologici e Biosimilari, Capire e conoscere queste opportunità terapeutiche per i malati reumatici”, organizzato dall’Associazione Malati Reumatici dell’Emilia-Romagna sabato 4 luglio all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna (Centro di Ricerca, via di Barbiano 1/10).
“C’è spesso confusione quando si parla dei farmaci per i malati reumatici, con il rischio che si diffondano informazioni sbagliate e che si alimentino da un lato illusioni e dall’altro paure – spiega Daniele Conti di AMRER. – Abbiamo invitato i massimi esperti del settore per fare il punto della situazione sui farmaci biosimilari, che saranno nella disponibilità delle strutture ospedaliere nel prossimo autunno. Questi farmaci si potrebbero considerare i ‘generici’ dei farmaci biologici, che hanno rappresentato una ‘rivoluzione’ in reumatologia incidendo sull’evoluzione della malattia”.
I primi medicinali biologici, prodotti con tecniche di DNA ricombinante, sono stati approvati negli anni Ottanta e i brevetti sono scaduti; altri scadranno nel prossimo decennio. Alla luce di questa scadenza sono in fase di sviluppo medicinali biologici simili, o medicinali “biosimilari”, come vengono chiamati comunemente per distinguerli dalle molecole “originali” (“originator”).
Sicurezza, efficacia, costi, inizio di un trattamento con farmaci biosimilari o prosecuzione con molecole originator sono tra i punti che richiedono di essere approfonditi per consentire un appropriato utilizzo dei farmaci biologici originali e similari. Imprescindibile il ruolo della ricerca, che si avvarrà in Emilia-Romagna di una biobanca delle malattie reumatiche: “Il Rizzoli, nell’ambito di un progetto finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, raccoglierà nel suo Centro di Ricerca i campioni biologici dei pazienti reumatici ai quali viene somministrata una terapia con farmaci di nuova generazione – spiega il responsabile della Medicina e Reumatologia IOR prof. Riccardo Meliconi. – È la strada per arrivare a determinare le cure più efficaci e, con progetti di ricerca collegati alle biobanche europee, a continuare a cercare la causa, ancora ignota, delle malattie reumatiche”.
fonte: ufficio stampa