Dott. Angelo Leonarda, ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli: “Il grande vantaggio di questa tecnica è legato al recupero più rapido e alla riduzione delle complicanze grazie soprattutto all’adattabilità dell’impianto”
Palermo, 23 settembre 2020 – Lo scorso marzo, presso l’Unità Operativa Complessa di Ortopedia dell’Ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli diretta dal dott. Angelo Leonarda, su un paziente di giovane età affetto da esiti di frattura di bacino a seguito di un trauma causato da una caduta da balcone, è stato eseguito con successo un intervento di ricostruzione acetabolare con l’uso di una protesi “custom made” (costruita su misura) in titanio.
Le fratture di bacino con interessamento acetabolare sono rare e difficilmente gestibili soprattutto nei pazienti giovani. La preparazione all’intervento ha comportato lo studio mediante TAC con ricostruzioni tridimensionali della zona da operare e successiva ricostruzione con stampante laser 3D. L’intervento, è perfettamente riuscito, anche grazie alla collaborazione dei radiologi, anestesisti e personale di sala operatoria. Il paziente ha ripreso la sua normale attività con un’ottimale mobilità dell’anca.
Le protesi personalizzate rispettano le diverse esigenze di ciascun paziente, adattando l’impianto, oltre che alla sua anatomia, anche al tipo di patologia e alla struttura ossea. Questo tipo di impianti per l’elevato costo di realizzazione sono dedicati a un ristretto numero di pazienti selezionati in base alla complessità della lesione e conseguentemente della ricostruzione protesica.
“Si è trattato di un paziente – dichiara il dott. Angelo Leonarda – più volte sottoposto in altri nosocomi siciliani a diversi interventi di ricostruzione del bacino al fine di sintetizzare le ossa gravemente frammentate. Giunto alla nostra osservazione ha necessitato della ricostruzione acetabolare e della protesizzazione dell’anca. L’impianto “su misura” da noi realizzato con il supporto dell’azienda costruttrice, ha consentito di risolvere oltre al grave problema clinico, il problema tecnico legato alla presenza di mezzi di sintesi, alla grave alterazione dei capi ossei e al conseguente accorciamento complicato ulteriormente dalla necrosi della testa del femore”.
“Il grande vantaggio di questa tecnica è legato al recupero più rapido e alla riduzione delle complicanze grazie soprattutto all’adattabilità dell’impianto. Infine, desidero concludere precisando con orgoglio che si è trattato di un intervento tutto ‘siciliano’: dall’equipe medica, al paziente, all’azienda che ha realizzato la protesi personalizzata”, conclude Leonarda.