Bologna, 18 settembre 2020 – Il ginocchio varo, quello che determina le cosiddette gambe storte a “o”, genera anomalie di carico durante il cammino e può portare a situazioni di dolore acuto in cui è indispensabile l’intervento chirurgico, detto tecnicamente osteotomia valgizzante.
L’Istituto Ortopedico Rizzoli sta conducendo la prima sperimentazione clinica al mondo per introdurre nella pratica chirurgica comune l’utilizzo di un nuovo sistema completo di pianificazione e produzione 3D con guida di taglio e placca di fissazione customizzate, realizzate cioè in modo personalizzato per ogni singolo paziente.
Spiega il prof. Stefano Zaffagnini, direttore della Clinica 2 del Rizzoli: “Sono migliaia ormai gli interventi su singoli casi realizzati con il contributo della stampa 3D, ma quello che stiamo facendo ora ha l’obiettivo di rendere routinario, e quindi a disposizione di tutti i pazienti, questo tipo di intervento personalizzato, oggi possibile solo in contesti particolari”.
“La competenza clinica e la ricerca messe in campo dai professionisti della sanità della regione Emilia-Romagna, in questo caso dal professor Zaffagnini e dal suo staff, confermano ancora una volta l’eccellenza del nostro sistema sanitario non solo a livello nazionale, ma anche in campo internazionale – ha commentato l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini – Un ulteriore passo avanti per la cura delle persone, che rimane il nostro obiettivo primario, e un risultato che ci rende ancora una volta orgogliosi del lavoro del Rizzoli e del nostro sistema sanitario regionale”.
Per la prima volta è stata avviata una sperimentazione (trial), in cui si sono progettate guide e placche specifiche per i pazienti coinvolti. La relativa indagine clinica consente di valutare accuratezza ed efficacia della nuova procedura e di standardizzare la tecnica e renderla così disponibile a un più ampio numero di pazienti, portando a livello industriale la produzione della placca e dello strumentario chirurgico necessario a impiantarla. Il trattamento consente di riallineare il ginocchio, ritardando o anche evitando chirurgie successive, più invasive e costose.
Per ogni intervento, a partire dalla TAC del paziente il Laboratorio di Analisi del Movimento diretto dall’ingegner Alberto Leardini procede alla progettazione della placca e alla stampa in collaborazione con uno spin-off dell’Università di Bath, in Inghilterra, partner del Rizzoli in questo studio.
“Oggi si tratta di un percorso sperimentale – osserva Zaffagnini – Ma confidiamo che al termine del trial potrà diventare una prassi consolidata, pronta per essere offerta come possibilità di cura a tutti i pazienti, e non solo in un Istituto di ricerca specialistico come il Rizzoli ma in ogni ospedale”.
Ad oggi il prof. Zaffagnini ha operato al Rizzoli i primi quattro pazienti sui 25 inclusi nel trial. Entro Natale sono programmati tutti gli altri interventi.