Bologna, 17 settembre 2020 – La sopravvivenza a 1 e 5 anni dei pazienti che hanno avuto un trapianto di cuore al Policlinico di Sant’Orsola è rispettivamente dell’89 e 80%, un dato migliore della media nazionale in modo statisticamente significativo che pone Bologna ai vertici come qualità dei risultati. La probabilità di sopravvivenza dopo trapianto a 1 e 5 anni in Italia, infatti, è rispettivamente dell’81 e del 73%.
I risultati sono stati forniti lo scorso agosto dal Centro Nazionale Trapianti che ha pubblicato una analisi dei dati di qualità dei Centri Trapianto di Cuore Italiani dal 2000 al 2018. Nel 2000, infatti, è stato istituito il sistema informativo trapianti, un registro obbligatorio presso l’ISS in cui tutti i centri trapianti sono tenuti a immettere dati sulla propria casistica.
Nel periodo 2000-2018 in Italia sono stati effettuati 5.500 trapianti in 18 centri autorizzati (i centri attualmente attivi sono 15). Il centro trapianti di cuore di Bologna, con attività per pazienti adulti e pediatrici, ha effettuato 540 trapianti (una media di 28 all’anno), risultando il terzo per numerosità dopo Milano Niguarda e Pavia.
Tra i 540 trapianti effettuati, 25 sono stati in combinazione con fegato o rene (ed in un caso con entrambi: in una paziente sono stati trapiantati cuore, fegato e rene), con una sopravvivenza ad un anno del 92%. In totale in Italia sono stati effettuati 71 trapianti combinati: Bologna con oltre un terzo del totale è il primo centro in Italia per queste particolari procedure. Questo risultato sottolinea ancora una volta l’efficienza del sistema multidisciplinare e la qualità della attività trapiantologica del Policlinico.
Risultati che pongono Bologna al vertice nazionale assieme gli altri centri Italiani che presentano un modello organizzativo di gestione dei pazienti che si fonda sulla stretta collaborazione e integrazione tra la cardiologia, cardiochirurgia e anestesiologia e rianimazione che in modo sinergico e secondo le varie competenze seguono i pazienti nelle diverse fasi di indicazione all’intervento, ottimizzazione terapeutica, chirurgica in senso stretto e gestione post-operatoria. Questo modello, molto diffuso in Nord America, è meno frequente in Europa.
Questi risultati, tuttavia, non sarebbero stati possibili senza la generosità in primis dei donatori e delle loro famiglie. Una generosità che viene ascoltata e raccolta dalla rete di coordinamento regionale (Centro di Riferimento Trapianti) e nazionale (Centro Nazionale Trapianti) delle donazioni.
In Emilia-Romagna oggi i donatori per milione di abitanti sono il 23% in più rispetto alla media nazionale e viene fornito l’assenso alla donazione nel 78% dei casi, contro il 70% della media nazionale.
Link al sito dove si trova il report del CNT: http://www.trapianti.salute.gov.it/imgs/C_17_cntPubblicazioni_365_allegato.pdf
Report annuale: http://www.trapianti.salute.gov.it/trapianti/archivioDatiCnt.jsp