Cammino educativo per minori sottoposti a misure restrittive. Parte un nuovo progetto della Fondazione Exodus

Milano, 6 settembre 2020 – Si chiama “Pronti, Via!” il progetto di Fondazione Exodus selezionato dell’impresa Sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Un intervento quadriennale per dare una risposta psico-socio-educativa a minori sottoposti a misure restrittive da parte della Autorità giudiziaria, attraverso il modello “Carovana”, una intensa esperienza educativa itinerante che fa parte del Dna di Exodus e che mira a diventare proposta strutturata integrata dei servizi giustizia minori.

“Superiamo la logica del carcere”, cioè l’idea di carcere in quanto struttura repressiva. “Aboliamo il carcere minorile! – tuona don Antonio Mazzi – Facciamo in modo che ci siano delle soluzioni diverse per questi ragazzi che sbagliano, che gli errori si possono riparare, ma non con misure repressive ma trovando delle modalità educative attraverso il viaggio, attraverso l’avventura educativa di un viaggio”.

Sembrava un’idea assurda. E invece non lo è. Perché lo scorso giugno è partito “Pronti, Via!”. Che non è solo un gioco di parole, ma l’ultimo progetto della Fondazione Exodus di don Mazzi e selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini, per provare a dare risposte idonee agli adolescenti di oggi e combattere insieme il fenomeno della povertà educativa e del disagio di tanti ragazzi.

Don Antonio Mazzi

“Nello specifico ‘Pronti, Via!’ – spiega Franco Taverna, Responsabile Nazionale del progetto – nasce dalla necessità di costruire percorsi alternativi alla detenzione o alla semplice “messa alla prova” territoriale per minori che hanno commesso reati e sono sottoposti a misure restrittive o riparative da parte della Autorità Giudiziaria. ‘Pronti, Via!’ è una bella e impegnativa avventura vissuta in gruppo, un viaggio di alcuni mesi nei sentieri della Alpi e degli Appennini preceduto da una fase di preparazione e seguito da una fase di programmazione personale futura. Cinque mesi intensi, fatti di esperienze, di incontri, di scuola, per mettere le basi ad un domani diverso da quello passato”.

I ragazzi coinvolti nel quadriennio di sperimentazione, durante il quale partiranno sette Carovane, saranno complessivamente 100 (20-25 utenti/anno), con un’età compresa tra i 14 e i 18 anni, con provvedimenti di natura penale in carico ai Servizi della Giustizia Minorile. In ogni carovana è presente una équipe di educatori e formatori sempre in contatto con i Servizi Sociali di riferimento dei ragazzi.

“Dovete avere in testa un concetto – dice don Mazzi alla prima Equipe di Educatori partita per la Carovana “Pronti, Via!” – che cominciate un’avventura. Questa è un’avventura, non una scuola. E poiché è una avventura deve succedere di tutto, non dovete sentirvi sicuri, perché altrimenti non sarebbe più un’avventura. Chi compie avventure deve avere il coraggio di sapere che non saprà quello che succederà domani, che non sa dove sarà, che può darsi che abbia sbagliato strada. Facciamo un’avventura quando i piedi valgono tanto quanto la testa, altrimenti non è una avventura. E quindi, perché noi abbiamo cominciato questo progetto – chiamato Exodus – con una Carovana? Perché coglie tutto il corpo. Ogni ragazzo ha bisogno di un approccio, non di un metodo, ha bisogno di un tipo di relazione. Quindi, non si tratta di applicare un metodo. In questa Carovana si tratta di creare relazioni tali tra di voi e con i ragazzi, per cui, alla fine, arrivano sì con le scarpe rotte, stanchi… ma arrivano diversi. Diversi dalla testa alle scarpe, ai piedi. Diversi non vuol dire più buoni, non vuol dire migliori, vuol dire ‘diversi’”.

“Un’altra cosa che vi chiedo – continua – più che le parole, guardate negli occhi i ragazzi. Con questi ragazzi qui, il “vedere” è molto più efficace che il parlare, perché devono scoprire la parola. Questi ragazzi la parola l’hanno persa o forse non l’hanno mai usata, perché vengono da esperienze dove la bugia e l’inganno erano all’ordine del giorno. Hanno sempre usato la parola in senso sbagliato, hanno dovuto raccontare balle. Per usarla in modo giusto la parola deve partire dai piedi, deve venire su piano piano e, quando esce, deve uscire la parola vera, quella che ieri era la chiacchiera, perché parlavano per salvarsi, parlavano per nascondersi, per farsi vedere in modo diverso”.

Vivendo l’esperienza della Carovana i ragazzi avranno modo di realizzare numerose attività psico-socio-educative di gruppo, quali trekking, barca a vela, bike, sport, musica, teatro, diario personale, gruppi di parola, incontri con la cittadinanza e attività di volontariato presso anziani, disabili e cura del verde urbano. Avranno la possibilità di apprendere, sperimentare, scoprire le proprie capacità, sviluppare le proprie competenze, coltivare talenti, allargare le proprie aspirazioni, costruire il proprio percorso di vita futuro.

La prima Carovana “Pronti, Via!” parte dalla Val Masino in provincia di Sondrio, attraverserà poi gli Appennini per scendere poi verso l’Umbria e la provincia di Viterbo. L’ultima parte della Carovana si svolgerà sull’isola d’Elba con attività sul mare per poi far ritorno a Milano appena prima di Natale. Come dice don Antonio “con i piedi gonfi ma con la testa a posto!”.

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