Dott. Giario Conti, Segretario SIUrO: “Negli ultimi mesi abbiamo posticipato un quarto delle biopsie prostatiche meno urgenti. La telemedicina può essere una risorsa ma non è la panacea di tutti i problemi”
Roma, 10 luglio 2020 – Settimane difficili per gli oltre 900mila italiani colpiti da un tumore urologico. Le nuove norme sul distanziamento sociale, previste in seguito alla pandemia da Covid-19, hanno costretto a dilazionare gli accessi nelle strutture sanitarie. Risultano così dilatati i tempi per l’esecuzione di alcuni esami diagnostici e di follow up.
È quanto emerso durante il webinar “Affrontare una cura oncologica nello scenario Covid: aspetti fisici, psicologici e relazionali” organizzato ieri dalla Società Italiana di Uro-Oncologia (SIUrO).
“In questi ultimi tre mesi abbiamo dovuto posticipare un quarto delle biopsie eseguite per il tumore della prostata – ha sottolineato il dott. Giario Conti, Segretario della SIUrO – Si tratta di un esame tra i più frequenti per la diagnosi della neoplasia maschile più diffusa nel nostro Paese, utilizzato anche nel monitoraggio dei pazienti in sorveglianza attiva. Lo stesso vale per i controlli periodici dopo le cure oncologiche nonché per la distribuzione di alcune terapie orali, per le quali si è trovata la soluzione di dispensare la quantità necessaria per due o tre mesi di trattamento invece che per un solo mese”.
“Tutto ciò è la chiara dimostrazione di come non siamo ancora usciti dall’emergenza Coronavirus. La telemedicina può essere una risorsa preziosa ma non rappresenta la panacea di tutti i problemi determinati da una pandemia devastante. Noi uro-oncologi trattiamo nella maggioranza dei casi uomini e donne over 70 e quindi non sempre pronti e avvezzi all’utilizzo di certe tecnologie. Va quindi gestita al meglio questa delicatissima fase e servono scelte coraggiose anche da parte della comunità scientifica italiana”.
“Bisogna rivedere, al più presto, le Linee Guida per i tumori urologici che dovranno tenere conto della situazione straordinaria che stiamo vivendo. Per esempio, possono essere dilazionati nel tempo alcuni esami per il follow up sul carcinoma prostatico. Secondo recenti evidenze scientifiche, in pazienti clinicamente stabili e con PSA persistentemente azzerato dopo chirurgia radicale è possibile posticipare nel tempo l’esplorazione rettale e limitarsi ad controllo semestrale o anche annuale del livello del PSA. Come Società Scientifica interdisciplinare siamo pronti a fare la nostra parte e a metterci al lavoro per riscrivere le Linee Guida in accordo con le altre associazioni mediche di settore”.
“Sono stati mesi difficilissimi sia per noi clinici che per i nostri pazienti – aggiunge la dott.ssa Cinzia Ortega, Direttore S.O.C. Oncologia Asl Cuneo 2 Alba-Bra – Il dover rinunciare o comunque rinviare alcuni esami e visite ha amplificato le ansie e le preoccupazioni di malati e caregiver. Ora che la fase più difficile della pandemia è archiviata è giunto il momento di riorganizzare gran parte del nostro lavoro. Una lezione importante, che il Covid ci ha insegnato, è la necessità di una maggiore collaborazione con la medicina del territorio”.