Il Piano Nazionale Cronicità, a quasi tre anni dall’approvazione, è realizzato in via parziale e solo in alcune Regioni, seppur da molti sia stato considerato il potenziale vero spending review della sanità
Napoli, 1 luglio 2020 – Fibrillazione atriale, BPCO e diabete, tra le patologie croniche a maggior diffusione, costano 700 miliardi di euro l’anno in Europa e in Italia affliggono 24 milioni di persone.
Con lo scopo di rendere omogeneo l’accesso alle cure da parte dei cittadini, garantendo gli stessi livelli essenziali di assistenza, armonizzando a livello nazionale tutte le attività, compatibilmente con la disponibilità delle risorse economiche, umane e strutturali, arriva in Campania il ‘Roadshow Cronicità’, serie di appuntamenti regionali, realizzati da Motore Sanità, che vedono il coinvolgimento dei massimi esperti del modo sanitario regionale, insieme ad istituzioni e associazioni di pazienti.
Parallelamente al verificare lo stato di attuazione del Piano Nazionale Cronicità da parte del Ministero della Salute, che ha attivato un monitoraggio per mappare il livello di stratificazione della popolazione, di integrazione tra assistenza ospedaliera e territoriale, di adozione e attuazione dei percorsi diagnostico-terapeutici, l’innovazione organizzativa dovrebbe essere responsabilità di ogni Regione e dovrebbe essere realizzata attraverso condivisi e monitorati PDTA.
“La fibrillazione atriale è una malattia ad elevata prevalenza, destinata ad aumentare data la stretta correlazione della patologia con età e progressivo allungamento della vita media della popolazione. In Campania i soggetti affetti da fibrillazione atriale sono circa 70.000. In molte province, quali Napoli, Salerno e Benevento, si stima che circa il 5% della popolazione sia a rischio di sviluppare fibrillazione atriale. La fibrillazione atriale pone il problema della gestione di una importante cronicità, relativamente non solo alla patologia in sé, ma anche e soprattutto alla sua più frequente complicanza, ovvero l’ictus cerebrale. Una gestione integrata ospedale-territorio, con il supporto dei servizi a livello regionale e nazionale, è necessaria e condurrà ad una riduzione delle complicazioni e ad un più appropriato iter diagnostico-terapeutico per il paziente”, ha detto Stefania Paolillo, Cardiologa Clinica Mediterranea Napoli e Rappresentante SIC.
“La BPCO, assieme all’Asma bronchiale costituiscono 2 importanti patologie respiratorie croniche che colpiscono circa il 10% della popolazione (circa 600.000 pazienti in Campania). Pur avendo a disposizione possibilità terapeutiche efficaci per la gestione di queste malattie, persistono una serie di criticità :1) sotto diagnosi associata a ritardo diagnostico; 2) certezza della diagnosi stessa per scarsa diffusione della spirometria; 3) scarsa aderenza dei pazienti al trattamento; 4) frequenti riacutizzazioni ed ospedalizzazioni. In regione Campania sono stati deliberati i PDTA per la BPCO e per l’Asma (quest’ultimo di prossima pubblicazione) associati ad un impegnativo progetto di implementazione, centrato sul miglioramento della capacità diagnostica nelle malattie respiratorie croniche, il Progetto AGIRE, che vede coinvolti gli specialisti pneumologi e circa 400 MMG per la esecuzione della spirometria nel setting della medicina generale. Progetto coerente con le indicazioni del Piano Nazionale delle Cronicità e con il nuovo ruolo che viene assegnato ai medici di famiglia nella presa in carico delle malattie croniche”, ha spiegato Fausto De Michele, Direttore Pneumologo UOC Pneumologia e Fisiopatologia Respiratoria AORN “Antonio Cardarelli”, Napoli.
“La prevenzione delle malattie croniche ed in particolare del diabete, rappresenta un provvedimento necessario per migliorare lo stato di salute della popolazione generale. “PreVenENDO” è un’iniziativa educativa e culturale da me ideata, con lo scopo di offrire gli strumenti necessari per orientarsi nella ricerca del benessere, lasciando semplici messaggi da applicare nella vita di tutti i giorni grazie all’incontro dell’Università con i luoghi del vivere quotidiano”, ha raccontato Katherine Esposito, Professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo e Direttore della Diabetologia dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.