Roma, 15 maggio 2020 – Il DL “Rilancio”, il cui lungo travaglio si è finalmente concluso, prevede una salutare ulteriore iniezione di risorse a favore del SSN e della Dirigenza medica, sanitaria, veterinaria e delle professioni sanitarie con l’incremento annuale delle risorse correnti per aumentare le assunzioni stabili sia in ambito ospedaliero che territoriale e quote una tantum per il 2020 destinate ai fondi contrattuali per premiare il disagio lavorativo derivante dal contrasto all’epidemia di Sars-CoV-2.
Altre voci positive sono il prolungamento dei termini temporali per la stabilizzazioni del precariato e un iniziale incremento dei contratti di formazione specialistica post lauream. Questo il commento del Segretario Nazionale Anaao Assomed, Carlo Palermo.
“Dopo la Legge di Bilancio 2020, il Decreto Fiscale e il DL ‘Milleproroghe’ che hanno aumentato di 7,5 mld la dote in conto capitale e in spesa corrente a disposizione delle Regioni, segno tangibile dell’inversione di un decennale trend di sotto-finanziamento della sanità pubblica e di una scelta di fondo a favore di un sistema sanitario nazionale e pubblico, prima il DL ‘Cura Italia’ con 1,410 mld e ora il DL ‘Rilancio’ con un ulteriore incremento di 3,250 mld del finanziamento del sistema sanitario, affrontano le criticità emerse dalla pandemia e in particolare la questione della grave carenza dei posti letto nell’area critica e del depauperamento di quel capitale umano che, in questi mesi difficilissimi di diffusione del Covid-19, ha continuato a garantire, mettendo a rischio la propria salute e perfino la vita, l’esigibilità del diritto alla salute dei cittadini a fronte del crollo delle barriere di contrasto territoriali”.
“Avremo tempo per valutare a fondo la portata delle articolate misure introdotte dal DL ‘Rilancio’. Ora è fondamentale vigilare per la sua conversione in legge – prosegue Palermo – e lavorare per superare le criticità ancora persistenti avanzando alcune opportune e giuste proposte emendative:
- l’incremento di 3500 unità dei posti letto in terapia intensiva e la riconversione e riqualificazione tecnologica di 4225 posti dell’area medica in letti di terapia sub-intensiva, richiedono un incremento consistente delle dotazioni organiche valutabile intorno a 3000 nuove assunzioni di medici ed una spesa corrente intorno a 350 mln, che non appare totalmente coperta. Senza dimenticare che già oggi mancano tra medici e dirigenti sanitari circa 9000 unità rispetto alle dotazioni organiche del 2009, che corrispondono ad una spesa corrente annuale di circa 1 mld;
- le quote destinate alla premialità Covid-19, purtroppo, sono indicate in modo indistinto tra Dirigenza dell’Area sanità e Comparto. Questa scelta sta determinando nelle singole Regioni conflitti e difficoltà legate alla curiosa alleanza tra Confederazioni sindacali e alcune Regioni del nord per puntare ad una suddivisione pro capite. Si dimentica che il personale della Dirigenza ha ritenute Irpef ben più alte di quelle degli operatori del Comparto e che i valori economici delle indennità di disagio, definite contrattualmente, sono il doppio. Se non vogliamo una assegnazione in valori netti pro capite inferiore per la Dirigenza, è indispensabile trovare correttivi come la completa defiscalizzazione del bonus;
- l’aumento dei contratti di formazione specialistica, essendo limitato ad un solo ciclo, non risolve il problema dell’imbuto formativo. In base ai dati noti, si può prevedere che circa 6.000 medici neo laureati rimarranno esclusi da ogni percorso di formazione post laurea, considerando anche il corso per Medici di Medicina Generale. L’offerta di contratti di formazione specialistica per il 2021 deve essere portata ad almeno 17.000 se vogliamo mettere fine a questa stortura che crea tante sofferenze dando una risposta anche alle esigenze di professionisti specializzati del SSN. Tutti dovrebbero ricordare che tra il 2020 e il 2025 usciranno dal sistema circa 36.000 medici”.
“Oggi accogliamo con moderata soddisfazione un provvedimento che pone un altro tassello sulla strada del rilancio e della valorizzazione della più grande infrastruttura civile e sociale del Paese, come promesso dal Presidente Conte nell’Agenda 2020. Ulteriori passi in avanti potranno essere programmati e realizzati con le risorse derivanti da finanziamenti europei, come quelle derivanti dal Mes, auspicando che il Governo vi aderisca. La cosiddetta “White Economy” rappresenta il 10,7% del PIL con circa 2,5 mln di addetti. Il finanziamento della sanità pubblica non rappresenta una spesa, ma un formidabile motore di sviluppo per il Paese”.
“È necessario – conclude Palermo – aprire un ampio confronto con il Governo, il Ministero della Salute e con le Regioni per realizzare concretamente, nel rispetto della reale rappresentanza, un impegno congiunto della Politica e delle Professioni nella tutela del sistema delle cure, a garanzia di un diritto costituzionale, insieme con la valorizzazione e l’attenzione per chi quelle cure è chiamato ad erogare, per restituire alla sanità pubblica il ruolo di primo presidio nella risposta ai bisogni dei cittadini, come gli eventi epidemici hanno evidenziato in modo eclatante”.