Napoli, 15 maggio 2020 – “Le principali società scientifiche di cardiologia, tra cui quella italiana, hanno scoperto, con sorpresa e preoccupazione che i ricoveri per malattie cardiovascolari in Italia, prendendo in considerazione lo stesso periodo rispetto all’anno precedente, sono diminuiti mediamente del 50% con punte fino al 70% nelle regioni più colpite dal Covid-19. Questo ha comportato un aumento di circa tre volte della mortalità per malattie cardiovascolari, sia per quelle acute come l’infarto miocardico sia per quelle croniche come la stenosi aortica”.
Lo spiega in una intervista alla Dire Paolo Golino, direttore di Cardiologia-Utic ‘Vanvitelli’ dell’ospedale Monaldi di Napoli. La ragione principale è da ricercare nel “timore dei pazienti di recarsi in ospedale per motivi diversi rispetto al coronavirus e di contrarre l’infezione da Covid-19. Molti pazienti sono rimasti a casa anche in presenza di sintomi molto chiari e preoccupanti”.
Sulla scorta di quanto detto, Golino raccomanda “alla popolazione di non sottovalutare i sintomi di altre malattie per timore del coronavirus” anche perché “gli ospedali sono luoghi che si possono definire sicuri”.
In questi mesi, prosegue Golino, “abbiamo imparato che il Covid-19 molto raramente, intorno al 5% dei casi, interessa in maniera diretta l’apparato cardiovascolare, ma i soggetti che contraggono l’infezione e che hanno già in precedenza malattie cardiovascolari sono molto più a rischio per un esito infausto”.
Quindi la soluzione più sicura è quella di intervenire in particolare nelle circostanze “in cui è possibile farlo, come nel caso della stenosi aortica, con una procedura come la Tavi, minimamente invasiva rispetto all’intervento chirurgico tradizionale, che consente la sostituzione della valvola malata con una nuova con tempi di degenza molto più brevi, nell’ordine dei 3 giorni”.
L’importanza di intervenire si evince anche dalla prognosi di questa malattia che l’esperto definisce ‘infausta’ sottolineando che “la mortalità a due anni dalla comparsa dei primi sintomi è pari a circa il 50%” e che in uno studio recentemente pubblicato sia stato dimostrato che “se si aspetta eccessivamente prima di eseguire l’intervento di sostituzione valvolare la mortalità può arrivare fino al 14% durante l’attesa”.
Proprio relativamente alla Tavi Golino spiega come, con la sua èquipe, nei due mesi di lockdown abbia scelto di “ridurre al minimo i ricoveri elettivi ma urgenti riferendoci, in particolare, ai pazienti in lista d’attesa nel nostro reparto. Abbiamo effettuato uno screening telefonico cercando di capire quali fossero i più urgenti dal punto di vista dei sintomi. In questo periodo di circa due mesi, rispetto allo stesso arco di tempo dell’anno precedente, abbiamo eseguito quattro Tavi in più, per un totale di 14, e anche sei procedure sulla valvola mitrale”.