A dieci anni dalla Legge 38.2010 e in piena emergenza sanitaria, un documento intersocietario SICP, SIAARTI e FCP chiede alle Istituzioni di prevedere urgentemente l’attivazione degli specifici protocolli di cure palliative e di inserire la figura del palliativista nelle Unità di Crisi regionali e locali
Roma, 3 aprile 2010 – “Nella CoViD-19/SARS-CoV-2 l’insufficienza respiratoria da polmonite interstiziale genera, in molti malati, un’intensa dispnea associata a tosse resistente e ingombro secretorio tracheo-bronchiale che può portare alla sensazione di soffocamento. Il quadro clinico nelle forme più gravi o terminali di CoViD-19/SARS-CoV-2 è completato da: ipertermia severa resistente al trattamento, profonda astenia, artro-mialgie, angoscia e sensazione di morte imminente, confusione mentale con agitazione psicomotoria”.
Alla luce di queste considerazioni la Società Italiana Cure Palliative-SICP, la Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva-SIAARTI e la Federazione Cure Palliative- FCP hanno pubblicato in data odierna il Position Paper congiunto “Le Cure Palliative nel trattamento dei malati COVID-19/SARS- CoV-2” nel quale si sottolinea l’importanza del trattamento dei sintomi sopra indicati e la grave sofferenza correlata “soprattutto in quei malati che, non essendo candidati alle cure intensive perché non appropriate clinicamente e/o sproporzionate o perché il livello di gravità non è tale da renderle comunque necessarie, rischiano concretamente di sperimentare una intollerabile intensificazione dei predetti sintomi”.
“Ci è sembrato opportuno lanciare questo Position Paper – sottolinea Italo Penco, presidente SICP – alla luce di quanto sta accadendo negli ospedali e nelle RSA dove l’emergenza ha sconvolto la normale modalità di operare ed è necessario organizzare l’assistenza per garantire ai malati affetti da CoViD-19/SARS-CoV-2 la possibilità di non soffrire ricevendo cure adeguate con il supporto di chi ha competenze in medicina palliativa”.
“Si tratta di un documento puntuale, sintetico e tempestivo – commenta Flavia Petrini, presidente SIAARTI – che abbiamo desiderato proporre raccogliendo anche le tante istanze che ci arrivano dai colleghi delle varie specialità coinvolti nella gestione di questa grande emergenza nazionale. Per noi è fondamentale ricordare alle istituzioni sanitarie che la Legge sulla terapia del dolore – la legge che si prefiggeva di assicurare migliore risposta delle reti di terapia del dolore e di cure palliative – non può oggi rischiare di rimanere una grande incompiuta proprio nel momento in cui c’è immenso bisogno della sua totale e concreta attuazione”.
“È di fondamentale importanza ricordare – aggiunge Stefania Bastianello, Presidente FCP – che le Cure Palliative trattano la sofferenza globale – fisica, psicoemotiva e spirituale – e che i malati COVID-19/SARS- CoV-2 sperimentano sentimenti di paura ed angoscia. Le competenze dei professionisti in Cure Palliative sono un’importante risorsa anche per consentire gli aspetti comunicativi tra sanitari e pazienti, ma anche tra il malato e i familiari impossibilitati a stare al suo fianco: queste abilità relazionali sono un elemento essenziale della cura”.
Il Paper, che giunge proprio a dieci anni dall’approvazione della Legge 38.2010 (“Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”) puntualizza i temi critici delle cure palliative in un momento drammatico per il Paese e per tutta la comunità medica.
Al suo interno SICP, SIAARTI e FCP propongono alcune richieste urgenti: le due Società scientifiche chiedono infatti che tutte le Istituzioni “sanitarie nazionali, regionali e locali inseriscano nei percorsi di cura dei malati affetti da CoViD-19/SARS-CoV-2 protocolli di cure palliative con chiare indicazioni all’attivazione delle Reti Regionali e Locali di Cure Palliative o dei Servizi di Cure Palliative esistenti nelle singole realtà locali”.
Il Paper termina con una richiesta ulteriore: quella di inserire “la figura del palliativista nelle Unità di Crisi regionali e locali” per poter garantire un miglior coordinamento dell’assistenza e l’effettuazione di cure palliative in tutti i setting ove sono assistiti i malati da coronavirus.