Prof. Vincenzo Silani, Professore Ordinario di Neurologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Neurologia dell’Università degli Studi di Milano, Direttore dell’Unità Operativa di Neurologia e Stroke Unit di Auxologico: “Si tratta di sintomi in un primo momento ritenuti secondari rispetto a quelli più ‘urgenti’ relativi alle vie respiratorie, ma che oggi, fortunatamente anche grazie al progredire degli studi e delle scoperte sul funzionamento del Covid-19, ricevono considerazione sempre maggiore”
Milano, 2 aprile 2020 – I virus a RNA, famiglia a cui appartiene anche il Coronavirus responsabile dell’attuale pandemia, sono in grado di infettare organi e sistemi ulteriori a quello respiratorio, come ad esempio il sistema nervoso. Ci sono alcuni dati preliminari a favore di una invasione del virus Covid-19 nel sistema nervoso centrale.
Il prof. Vincenzo Silani, Professore Ordinario di Neurologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Neurologia dell’Università degli Studi di Milano, Direttore dell’Unità Operativa di Neurologia e Stroke Unit di Auxologico, ha spiegato in che modo il Coronavirus può colpire il sistema nervoso e quali sintomi neurologici potrebbero presentarsi in pazienti affetti da Covid-19.
In questi giorni inoltre il prof. Silani ha preso parte alla stesura di un importante documento della Società Italiana di Neurologia (SIN), quale membro di una équipe composta da 7 tra i massimi specialisti in neurologia in Italia.
Ci sono sintomi neurologici del coronavirus?
Studi relativi all’infezione da coronavirus suggeriscono che possa esserci un interessamento neurologico, e che il virus possa colpire il sistema nervoso centrale e periferico nonché il muscolo.
Alcuni dei pazienti positivi all’infezione da coronavirus riportano anche sintomi neurologici quali:
- ipo-ageusia, cioè ridotta capacità di percepire i sapori;
- iposmia, percezione limitata o assente degli odori;
- neuralgia o ipoestesie;
- ipostenie flaccide;
- mialgie;
- cefalea;
- vertigini;
- disturbi dello stato di coscienza;
- atassia, cioè difficoltà nell’eseguire movimenti volontari;
- disturbi neurologici severi come ictus, crisi epilettiche, delirio, coma, meningoencefalite.
Si tratta di sintomi in un primo momento ritenuti secondari rispetto a quelli più ‘urgenti’ relativi alle vie respiratorie, ma che oggi, fortunatamente anche grazie al progredire degli studi e delle scoperte sul funzionamento del Covid-19, ricevono considerazione sempre maggiore.
Dal naso al sistema nervoso
Tra i sintomi riportati l’iposmia – cioè una ridotta o assente capacità di sentire gli odori – suggerisce agli specialisti che il coronavirus possa, attraverso il naso, raggiungere e infettare il sistema nervoso centrale in regioni critiche della regolazione del sistema autonomo, oltre che quello respiratorio.
Qual è il ruolo del Neurologo?
I neurologi sono preparati alla gestione dei pazienti affetti da malattie infettive. Circa il 10% dei pazienti ospedalizzati per coronavirus necessita di assistenza in reparti di terapia intensiva e questo tipo di ospedalizzazione comporta anche un attento monitoraggio neurologico, per verificare l’eventuale insorgenza di problematiche neurologiche e di eventuali complicanze a distanza, post infettive.
Il ruolo del neurologo è anche quello di collaborare attivamente con gli infettivologi nell’eventuale scelta delle terapie, tenendo conto delle possibili e importanti interazioni farmacologiche, come quelle tra antivirali e antiepilettici o anticoagulanti orali.