Traguardo raggiunto per il paziente dell’Immunoterapia Oncologica: è appena arrivato a Santiago di Compostela, percorrendo oltre 900 km, dopo aver sconfitto il cancro, con un’iniziale aspettativa di vita di soli tre mesi, grazie alle cure sperimentali ricevute all’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena.
“Sento che il Cammino è stato il completamento della mia terapia”, ha detto
Siena, 11 giugno 2015 – Ce l’ha fatta Carlo Banchelli, il paziente dell’Immunoterapia Oncologica di Siena appena arrivato a Santiago di Compostela dopo aver percorso a piedi oltre 900 km. Il paziente era partito dalla Toscana lo scorso 3 maggio per “affrontare una nuova sfida – aveva detto alla partenza– dopo aver sconfitto il cancro, un melanoma metastatico, grazie alle cure sperimentali ricevute all’ospedale di Siena dall’équipe diretta dal dottor Michele Maio”.
A questo sorridente signore di Prato, infatti, era stata data un’aspettativa di vita di tre mesi ma, dopo circa un anno di cure a Siena, sono scomparse le metastasi e la malattia. Ha quindi scelto di rendere pubblica la sua vicenda personale e percorrere il Cammino di Santiago anche in ricordo di un suo caro amico che, purtroppo, non ce l’ha fatta. Durante tutto il Cammino è rimasto in contatto continuo con l’équipe del reparto, con l’oncologa Annamaria Di Giacomo che lo ha seguito, e lo psico-oncologo Ivan Parla che lo ha incoraggiato e supportato. Il paziente ha indossato la maglia della onlus “Aquattromani”, che aiuta i pazienti in cura presso il reparto di Immunoterapia Oncologica e la sua storia ha destato l’interesse e la curiosità di molti pellegrini incontrati in questa particolare esperienza.
Raggiunto al telefono al momento dell’arrivo, Carlo Banchelli, molto emozionato, ha detto: “Appena arrivato mi è venuta alla mente la mia principale motivazione, far conoscere a più persone possibili gli eccellenti risultati ottenuti dal dott. Michele Maio e tutto il suo straordinario gruppo di medici e infermieri dell’Immunoterapia Oncologica dell’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena. Non so se è una mia sensazione o è la verità ma sento che il Cammino è stato il completamento della mia terapia. Mi sono messo in fila per entrare nella Basilica e ricevere la pergamena con le credenziali e lasciare la lettera del mio amico che, purtroppo, non ce l’ha fatta. Anche se oramai è troppo tardi, eravamo d’accordo di lasciarla comunque. È stato un turbine di ricordi e non riuscivo più ad uscire da quella Basilica. Infine ho rimesso lo zaino in spalla in direzione Finisterrae per concludere così questa straordinaria esperienza”.
fonte: ufficio stampa