Etica clinica, la scelta di curare chi ha maggiori aspettative di vita. Il dissenso di un anestesista al documento SIAARTI

Il dott. Egidio Cavalluzzo, anestesista rianimatore, interviene sulla presa di posizione della SIAARTI in merito alla sospensione dell’art. 32

Benevento, 19 marzo 2020 – Secondo un documento della SIAARTI, società degli anestesisti e rianimatori, se la situazione dovesse precipitare si sarà costretti a fare delle scelte, a selezionare i malati, a stabilire dei criteri di priorità. La SIAARTI invita ad applicare il principio secondo cui va curato non chi arriva prima ma chi ha più possibilità di guarire e una maggiore aspettativa di vita.

Dott. Egidio Cavalluzzo

Come anestesista non condivido questa presa di posizione della SIAARTI. Pur riconoscendo a questo ragionamento una logica e una razionalità, non sono d’accordo, non mi convince perché penso alle complessità in gioco. Nella mia vita di anestesista ho sempre avuto come punto di riferimento l’art 32 della Costituzione che recita “tutti i malati hanno diritto ad essere curati allo stesso modo”. Credo quindi che il diritto sia l’unico criterio ammesso.

Al di là della situazione contingente credo che sia giunto il momento di porsi qualche domanda, di chiedersi come mai siamo giunti a questo punto. La SIAARTI propone alla fine di sospendere durante l’epidemia l’art.32, così come ha fatto Conte che ha sospeso con le sue ordinanze “restate a casa” le libertà personali dei cittadini.

La sospensione dell’art. 32 significa che i medici sono autorizzati a curare i malati in modo diseguale. Ci potremmo trovare di fronte ad un rischio pericoloso quello che il medico decida in base alle sue evidenze chi far vivere e chi far morire. Non credo che questo sia giusto né per il malato né per il medico che, trovandosi in una situazione non decisa da altri, dovrebbe fare scelte che a lui non competono.

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