Roma, 20 febbraio 2020 – Ogni giorno è un bollettino di guerra, ormai l’emergenza riguarda l’intero territorio nazionale. Negli ultimi giorni in Sicilia si registra una vera e propria escalation delle aggressioni. A Ragusa l’ultimo episodio risale al 17 febbraio all’ospedale Maggiore di Modica, dove un uomo ha provocato il panico tra i pazienti sfondando la porta dell’ambulatorio di ortopedia. Il giorno prima è stata denunciata al Pronto soccorso dell’Umberto I di Siracusa un’altra aggressione con calci, pugni e morsi ai danni di due autisti soccorritori. Mentre al PS dell’ospedale Guzzardi a Vittoria quattro operatori sono rimasti feriti nel tentativo di bloccare un aggressore. Ad avere la peggio un infermiere con la prognosi di 30 giorni.
In Campania la situazione non è migliore. A Napoli l’equipaggio 118 è oggetto di reiterate aggressioni, sia verbali che fisiche, alle quali i soccorritori stessi sono ormai abituati. Tra calci, pugni e insulti, i soccorritori reagiscono quotidianamente con veri e propri atti di resistenza pacifica e/o allertando le forze dell’ordine tramite centrale operativa. Ma nemmeno davanti agli uomini in divisa si ferma talvolta la violenza ingiustificata. Il 18 febbraio due aggressioni ai danni degli infermieri hanno colpito il Pronto soccorso di Avellino e Ariano Irpino a distanza di poche ore. Altri momenti di paura anche all’AO di Caserta, dove lo scorso 16 febbraio un paziente ha sferrato un pugno contro la vetrata del Triage, sfondandola.
Non è solo al sud che si susseguono le aggressioni ai danni del personale sanitario. Il 14 febbraio attimi di concitazione e terrore al Pronto soccorso di Rivoli (Torino), dove un uomo ha aggredito un medico e due infermieri. Solo grazie all’intervento degli agenti della polizia locale, l’episodio si è concluso con l’aggressore immobilizzato e denunciato. Lo stesso giorno a Genova un uomo ha spintonato alcuni infermieri dopo essere stato sorpreso a rubare nell’armadietto di un paziente. Ma si tratta dell’ultimo di una serie di episodi violenti ai danni del personale in servizio negli ospedali cittadini, in particolare al Galliera, dove le aggressioni sono sempre più frequenti.
Nelle corsie continua la guerra anche in Lombardia, dove l’8 febbraio sera al Pronto soccorso dell’Humanitas Gavazzeni di Bergamo un uomo ha aggredito all’improvviso un operatore di guardia con urla, minacce e pugni davanti ai pazienti increduli della sala d’attesa, solo perché pensava che sua moglie dovesse passare davanti agli altri. Neppure l’accorrere sul posto dei colleghi ha impedito che il malintenzionato continuasse a inveire e insultare il personale. Situazione prontamente scongiurata dall’arrivo delle forze dell’ordine.
Il bollettino delle violenze va avanti con la Sardegna, dove il 13 febbraio è stato lanciato l’allarme dal personale sanitario all’interno del centro per rimpatri di Macomer che minaccia l’astensione dal lavoro e in qualche caso le dimissioni, perché, a quanto si apprende, non ci sarebbero le condizioni per lavorare in sicurezza. Gli operatori chiedono la presenza dei vigilantes per poter operare.