Roma, 31 gennaio 2020 – L’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi), l’Unione Medica Euro Mediterranea (Umem) e il Movimento Internazionale Transculturale Interprofessionale “Uniti per Unire” commentano con grande rammarico le dichiarazioni dell’OMS di ieri sull’emergenza Globale riguardo l’epidemia di Coronavirus e non si capisce il motivo di questo ritardo gravissimo.
Lo “Sportello Amsi Online” ha ricevuto a gennaio più di 1.700 richieste di informazione su Coronavirus da parte di cittadini e pazienti italiani e stranieri, e consigli sulla prevenzione, uso delle mascherine e il fatto di avere contatti con medici e cittadini cinesi in Italia.
“Siamo molto preoccupati per questo ritardo e ambiguità da parte di un’organizzazione mondiale della salute importante come l’OMS, che deve garantire la salute e la prevenzione a tutti i cittadini nel mondo senza accettare compromessi e ricatti politici ed economici. Noi abbiamo fatto subito un appello a OMS, ONU e Cina di annunciare, comunicare e chiarire senza giri di parole la verità dell’origine del contagio, il ruolo dei laboratori biologici, i virus mutati, guerre biologiche e il numero esatto dei morti e dei contagiati, che secondo i medici cinesi in Italia e in Cina sono il triplo dei numeri comunicati ad oggi, considerando i contagiati chiusi da settimane a casa senza cure, prevenzione per i loro familiari che sono in contatto con loro”.
Così dichiara il prof. Foad Aodi, fondatore di Amsi e Umem e membro del registro esperti Fnomceo, che continua a seguire l’epidemia nel mondo, dove già 16 paesi sono stati coinvolti da pazienti contagiati, oltre all’Italia, in cui il Presidente Conte ha annunciato ieri sera la conferma dei primi 2 casi dei due turisti cinesi che sono adesso allo Spallanzani, applicando il protocollo ministeriale senza allarmismo, auspicando la collaborazione di tutti per la tutela dei cittadini italiani e di origine straniera, compresa la comunità cinese che invitiamo a collaborare e aprirsi di più.
Aodi lancia la solidarietà proprio ai cittadini e medici cinesi in Italia che stanno subendo una campagna di discriminazione che è aumentata del 50% nelle ultime 3 settimane per paura e psicosi da Coronavirus, nonostante non ci sia nessun motivo di allarmismo.
“Si sta lavorando molto bene da parte di Ministero della Salute, albi professionali, medici, sindacati e le nostre associazioni e comunità affinché non avvenga un contagio in Italia, per evitarlo bisogna che nessuno vada in Cina, controllare chi arriva dalla Cina, denunciare ogni episodio sospetto, lavarsi bene le mani e non creare allarmismi inutili”, conclude Aodi.