La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale fornisce utili consigli per affrontare al meglio la fine della scuola
Roma, 3 giugno 2015 – Mancano pochi giorni alla fine della scuola e poi, per milioni di studenti italiani, suonerà la campanella ed inizieranno le tanto desiderate vacanze. Via zaini, quaderni e penne; addio sveglie all’alba e basta con l’ansia da interrogazione. Ma ne siamo davvero sicuri? Non è proprio così, almeno non per tutti. Già, perché se è vero che gli studenti sono pronti ad affollare le località di vacanza, dal mare alla montagna fino alle città d’arte, è altrettanto vero che sono numerosi quelli che dovranno fare i conti con i compiti assegnati loro dagli insegnanti: e allora ecco che si spazia dalle semplici letture a veri e propri ripassi per gli esami di riparazione per evitare la tanto temuta bocciatura.
Lo stress è dunque in agguato. I rimedi, però, ci sono e in aiuto di chi soffre maggiormente anche solo l’idea di dover riaprire un libro sotto il sole agostano, arrivano i pediatri della SIPPS.
“Alla fine della scuola – spiega il dott. Leo Venturelli, pediatra di Famiglia Asl di Bergamo – i bambini hanno diritto ad un giusto riposo: il ritmo della giornata cambia, al mattino non c’è più la corsa del dovere arrivare a scuola in orario. L’organismo trae giovamento dalla modifica delle abitudini sia sul piano fisico, sia su quello psicologico: vivere all’aria aperta più tempo, giocare, cambiare stile di vita, conoscere nuovi amici, avere meno stress sono tutti fattori positivi in quasi tutti i bambini”.
“Ma staccare la spina per tanto tempo, in genere per tre mesi – precisa il dott. Giuseppe Di Mauro, Presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale – significa spesso dimenticare molto di quello che si è appreso durante l’anno: ecco allora i compiti che diventano spesso incubo e disagio non solo per il bambino, ma per tutta la famiglia. La SIPPS non vuole entrare nel merito del dibattito sulla utilità o meno dei compiti, ma può dare delle indicazioni che aiutino genitori e figli ad affrontare serenamente i compiti delle vacanze”.
Ecco, dunque, qualche utile consiglio per grandi e piccoli da parte della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale:
- Iniziate le vacanze con una stacco completo del bambino dai problemi scolastici per almeno 20 giorni, per permettergli un cambiamento significativo delle sue abitudini. Questo stimola molti sensori dell’organismo, in particolare la reattività ormonale e l’apparato immunitario.
- Iniziate il riavvicinamento alle materie con la lettura di libri, cosa spesso accettata meglio dai bambini in quanto non si presenta come un esercizio o come un obbligo scolastico; ancor meglio se voi stessi come genitori fate vedere di essere interessati a leggere.
- Suddividete i compiti in base ai giorni di vacanza che rimangono, cercando di dare circa un’ora di tempo al giorno a compiti di diverse materie per dedicare il tempo restante alle attività all’aria aperta.
- Cercate di rendere i compiti di matematica e di grammatica come dei giochi a quiz, stile esercizi delle parole crociate, mostrando come genitori interesse a trovare il giusto risultato.
- Bilanciate i tempi della giornata, dando spazio ai compiti ma in proporzione anche ai giochi su tablet o computer e a quelli insieme agli amici per non penalizzare gli uni o gli altri in modo troppo netto.
- Seguitelo nei compiti ma non sostituitevi a lui negli esercizi: il bambino deve rendersi conto ed essere consapevole delle proprie reali capacità.
- Se possibile organizzate dei “gruppi di studio” con qualche amico, vicino di casa o di ombrellone. Può diventare divertente incontrarsi un’ora al giorno quando fa meno caldo e fare i compiti insieme.
- Fate scegliere a vostro figlio il momento in cui preferisce dedicarsi allo studio.
- Dedicate il tempo ai compiti possibilmente in un luogo tranquillo e lontano da qualsiasi tipo di distrazione.
- Se sono state assegnate ricerche a soggetto libero, stimolate il bambino o ragazzo ad eseguire una relazione su un animale, una pianta incontrati nelle vacanze o su una località o sito storico archeologico che lo ha colpito durante l’estate, corredando la ricerca con foto o reperti.
fonte: ufficio stampa