Padova, 18 novembre 2019 – Fragilità è il termine sempre più utilizzato in medicina, non solamente a livello degli operatori sanitari, per illustrare la condizione, sempre più frequente, che viene vissuta nella nostra società da un numero crescente di persone. Le modifiche demografiche, l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dei pazienti con patologie croniche sono alla base della fragilità che è una situazione clinica complessa, che deriva da numerose cause e che necessita di un approccio multi-disciplinare e multi-professionale per la cura del singolo paziente e dell’insieme dei pazienti.
Forse è tempo di cambiare paradigma anche nella medicina di laboratorio: passare da una fase nella quale l’esame di laboratorio era richiesto per confermare la diagnosi di patologie sintomatiche alla ricerca di identificare fattori di rischio, mantenere il benessere e diagnosticare le patologie precocemente e prima dell’insorgenza di segni e sintomi clinici. Infatti, la diagnosi precoce e ancor più la prevenzione possono ridurre la frequenza e la gravità dei pazienti con patologie croniche, e quindi “fragili”.
Questo è uno dei principali focus del 51° Congresso nazionale della Società italiana di Biochimica clinica e biologia molecolare clinica e Medicina di Laboratorio dal titolo “La Medicina di laboratorio nella fragilità e la fragilità della Medicina di Laboratorio” che si terrà da mercoledì 20 a venerdì 22 novembre nelle Sale di Padova Fiere in via di Niccolò Tommaseo 59 a Padova e organizzato scientificamente da Mario Plebani dell’Università di Padova, Presidente del Congresso, Giuseppe Lippi dell’Università degli Studi di Verona, Coordinatore del Comitato Scientifico del Congresso, e Sabrina Buoro dell’Azienza Ospedaliera “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo, Vice Coordinatrice del Comitato Scientifico del Congresso.
“Il mutamento del concetto di fragilità diviene comprensibile – dice Mario Plebani – se si lega al progresso ed al nuovo concetto di valore della medicina di laboratorio: l’evoluzione da una funzione sostanzialmente di diagnosi delle malattie sintomatiche e di monitoraggio, all’ identificazione di fattori di rischio, al mantenimento della salute, alla capacità di diagnosi precoci anche nel soggetto asintomatico e alla personalizzazione dei percorsi terapeutici”.
“Non sono fragili – sottolinea Plebani – solo gli anziani con patologie croniche, spesso multiple, ma anche alcuni neonati e soggetti di età pediatrica, giovani adulti e, nella loro diversità di genere soggetti di sesso maschile e femminile. La medicina di laboratorio è chiamata oggi a intercettare i soggetti fragili di ogni età svelando i meccanismi genetici e molecolari che sono alla base della storia naturale delle malattie che più comunemente evolvono verso la cronicità”.
“Nella mia relazione inaugurale, oltre a prospettare il nuovo ruolo dei laboratori clinici e come dare valore alla disciplina della medicina di laboratorio, esporrò – conclude Plebani – il progetto dei ‘laboratori a chilometro zero’ per essere più vicini ai bisogni dei pazienti, garantire la qualità dell’informazione di laboratorio in tutte le fasi di attività, incluso il trasporto dei campioni biologici e assicurare l’utilizzo ottimale delle informazioni di laboratorio”.
Le principali relazioni del Congresso sono indirizzate a chiarire e inquadrare i meccanismi della fragilità come nella sessione plenaria prevista mercoledì 20 novembre alle ore 16.30 all’Auditorium di Padova Fiere in cui Marcello Maggio dell’Università di Parma e Giuseppe Lippi dell’Università degli Studi di Verona si confronteranno sul tema. Seguirà alle ore 17.45 la Cerimonia inaugurale del Congresso: dopo il saluto del Presidente SIBIOC Sergio Bernardini, Università degli Studi Tor Vergata, interverrà Mario Plebani con una relazione dal titolo “Medicina di laboratorio: navigando fra fragilità e centralità”.
Nel corso del congresso saranno oggetto di discussione gli aspetti della fragilità nelle malattie cardiache, nella sindrome metabolica, nel diabete e nelle demenze, ma anche il ruolo dell’esercizio fisico nella prevenzione della fragilità e l’importanza del monitoraggio terapeutico dei farmaci.
Una intera sessione sarà dedicata alla fragilità in età pediatrica per sottolineare che la fragilità non appartiene solo al soggetto senile, ma è presente in tutte le fasi della vita. È il modo per riconoscere dall’inizio i fattori di rischio e i primi segni delle patologie e arrestare la loro progressione.
Inoltre, saranno oggetto di dibattito i temi che riguardano l’evoluzione della medicina di laboratorio, il suo ruolo nel Sistema Sanitario nazionale e regionale e l’importanza di percorsi diagnostico-terapeutici nei quali l’esame di laboratorio sia richiesto ed interpretato in modo appropriato e razionale.
Nel corso della cerimonia inaugurale, Mario Plebani, Professore Ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica all’Università di Padova, sarà insignito del Premio “Maestro della Medicina di Laboratorio”.