Arezzo, 12 maggio 2019 – Oggi ricorre la “Giornata mondiale della fibromialgia”, detta anche sindrome di Atlante. È una malattia reumatica a causa sconosciuta, favorita da molti fattori e caratterizzata da 4 sintomi essenziali:
- dolore muscolo-scheletrico cronico diffuso, descritto come bruciante, pungente, tirante, pruriginoso, compressivo, tensivo-muscolare che varia in relazione ai momenti della giornata, ai livelli di attività, alle condizioni atmosferiche, allo stress e ai ritmi del sonno;
- senso di affaticamento, che è presente nel 90% dei casi anche per sforzi minimi;
- disturbi del sonno, con frequenti risvegli notturni e sonno non ristoratore, a cui consegue facile affaticabilità e sensazione di non aver riposato;
- disfunzioni cognitive quali deficit di attenzione, di memoria o di concentrazione e, in maniera variabile, anche alterazioni del tono dell’umore come ansia e depressione, sintomi neurovegetativi come emicrania, dolore e crampi addominali.
“In Reumatologia la fibromialgia è classificata tra le malattie reumatiche extra-articolari diffuse, ma viene considerata una forma di sensibilizzazione del Sistema Nervoso Centrale, cioè secondaria ad una alterata regolazione dei meccanismi di controllo del dolore – spiega Ferruccio Rosati, direttore UOSD Reumatologia della Asl Toscana sud est – Infatti, nonostante i sintomi del dolore si riferiscano ai muscoli, ai legamenti e ai tendini, non vi è alcuna evidenza di infiammazione dei tessuti che possa giustificare la sintomatologia, non sono interessate le articolazioni e non provoca deformità articolare come invece si può riscontrare nelle malattie articolari, quali artrosi o artrite”.
La conseguenza è che per una persona affetta da questa malattia trascorrono in media più di 2 anni prima della diagnosi, dopo aver effettuato almeno 3 differenti visite specialistiche e diversi esami. Questo perché i sintomi possono essere sottovalutati ed interpretati come una forma ‘ipocondriaca’ con esagerazione nel focalizzare i disturbi. Almeno il 75% delle persone affette non sono diagnosticate o lo sono tardivamente.
La malattia non evolve con deformità articolari e non riduce la durata della vita, però la maggior parte dei pazienti continua ad avere nel corso degli anni dolore cronico e stanchezza. Nei due terzi dei casi interferisce solo modestamente con le attività della vita quotidiana, ma nel 10-30% provoca una discreta disabilità.
“La fibromialgia insorge prevalentemente nelle persone di sesso femminile in età adulta, ma relativamente giovane, anche se non sono rari casi di fibromialgia in età pediatrica o durante l’adolescenza – conclude Rosati – In Italia colpisce oltre 1 milione di persone, circa 7.000 in provincia di Arezzo”.
Al San Donato di Arezzo c’è una struttura che si occupa da anni della patologia.