Roma, 26 marzo 2019 – Analizzare la diffusione dei diversi servizi a valore aggiunto, offerti dalle aziende farmaceutiche, e di dispositivi medici e fornirne una categorizzazione, attraverso un confronto diretto con tutti gli attori coinvolti: questi gli obiettivi del nuovo Osservatorio sui Servizi a valore aggiunto, nuova articolazione dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica, che domani 27 marzo, alle ore 14.30 nell’Aula 6 del Polo Universitario “Giovanni XXIII”, presenterà il suo primo Rapporto annuale (L. go F. Vito, 1 – primo piano).
I lavori saranno aperti da Americo Cicchetti, Direttore dell’ALTEMS e Responsabile Scientifico dell’Osservatorio sui Servizi a Valore Aggiunto. Alle ore 15.00 Gianfranco Gensini, Coordinatore Scientifico dell’Osservatorio sui Servizi a Valore Aggiunto, presenterà il “Primo rapporto annuale sulla diffusione dei servizi a valore aggiunto”. Dalle ore 15.30 seguiranno le relazioni.
“In questi ultimi anni – spiega Americo Cicchetti, Direttore dell’ALTEMS – la massimizzazione dell’efficacia di una tecnologia sanitaria, sia essa un farmaco o un dispositivo, richiede l’integrazione di servizi cosiddetti “beyond-the-pill”. Quest’ultimi sono definiti come “l’insieme complesso di servizi qualificati e distintivi, integrati nell’offerta della specialità medicinale, destinati a generare valore per pazienti, medici e tutti gli stakeholder coinvolti. L’obiettivo di tali servizi risiede nel supportare il miglioramento dell’outcome di salute, ottenendo una riduzione della spesa per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN)”.
Il paziente deve essere sempre al centro delle strategie “beyond the pill” e i servizi a valore aggiunto rappresentano una risposta non solo al cambiamento dei bisogni assistenziali dei pazienti, ma anche un contributo alla sostenibilità del sistema”
La definizione stessa di servizi a valore aggiunto racchiude un’offerta di servizi molto ampia, che contempla progetti diversi, sia in termini di caratteristiche del servizio stesso sia in termini di beneficiari: sono progetti per migliorare la comprensione delle patologie, per facilitare le diagnosi e l’accesso alle terapie e, più in generale, per supportare l’esperienza delle persone in cura, anche con il coinvolgimento dei caregiver, del personale paramedico e delle associazioni dei pazienti.
Nonostante la rilevanza di questi servizi, ad oggi se ne riscontra una scarsa conoscenza sistematica da parte degli operatori e dei beneficiari, accompagnata anche da una diffusione disomogenea sul nostro territorio.
Il Rapporto, però, offre nuovi spunti per comprendere questo fenomeno. Il 68% del campione intervistato (composto da medici, associazioni di pazienti e cittadini, dirigenti aziendali e regionali, payers) conosce i servizi a valore aggiunto e più del 50% del campione ha avuto una esperienza diretta nell’adozione o l’uso di tali servizi.
Tra i servizi più gettonati quelli rivolti direttamente al miglioramento della gestione dei pazienti (disease management), seguiti dall’aggiornamento professionale dei medici, alle soluzioni per incrementare l’aderenza alle terapie.