Pavia, 19 marzo 2019 – Giovedì 21 marzo, a partire dalle ore 19.00, l’Istituto di Cura Città di Pavia ospiterà medici di medicina generale, cardiologi e chirurghi vascolari per un corso sulle innovazioni nella diagnosi e nella chirurgia delle malattie vascolari.
Responsabile scientifico dell’evento il dottor Giovanni Bonalumi, responsabile dell’Unità di Chirurgia Vascolare dell’ospedale: “Le malattie vascolari sono un campo vastissimo e in continua evoluzione, sia per quanto riguarda le tecnologie a nostra disposizione sia per l’aggiornamento costante delle tecniche operatorie. Il nostro incontro spazierà dalle patologie più semplici, come le varici, trattabili oggi anche con radiofrequenza e in day hospital – fino alle più complesse, come le malformazioni vascolari e gli aneurismi”.
Il Presidente dell’Istituto di Cura Città di Pavia, il dottor Giuseppe Mininni, aggiunge: “Questo appuntamento rappresenta un momento di attenzione concreta del Gruppo San Donato verso la città e la provincia di Pavia: la condivisione del sapere e dell’innovazione, specie con i medici di medicina generale, fa sì che ai pazienti giungano le informazioni più aggiornate sulle possibilità di trattamento e rafforza un rapporto di collaborazione importantissimo per il nostro territorio”.
La parte più innovativa dell’incontro sarà dedicata alla nuova, terza via per il trattamento chirurgico degli aneurismi del tratto addominale dell’aorta. Se da un lato sono da tempo diffuse le tecniche ‘classiche’, che prevedono l’apertura chirurgica dell’addome del paziente e la sostituzione del tratto di aorta malato, altrettanto si è stabilizzato l’utilizzo delle tecniche ‘endovascolari’: meno invasive, prevedono un accesso tramite una piccola incisione inguinale; la protesi che corregge la malformazione viene inserita chiusa attraverso l’arteria femorale e rilasciata soltanto una volta che ha raggiunto la sede dell’aneurisma.
Oggi tuttavia, grazie allo straordinario sviluppo delle tecniche di anestesia, è possibile trattare chirurgicamente gli aneurismi in anestesia locale: si tratta di una “terza via”, che sembra riunire i vantaggi delle due metodiche note finora – una sostituzione radicale del tratto di aorta danneggiato e un impatto ridotto sulle condizioni generali del paziente, che dopo poche ore può già ricominciare a mangiare e camminare. I pazienti trattati in questo modo presso l’Istituto di Cura Città di Pavia sono ad oggi 14, altri 4 sono stati operati a Torino, ma si prevede che presto questa metodica si diffonda ulteriormente negli ospedali italiani.
Una soluzione complessa per il chirurgo ma importante per il recupero del paziente e che si rivolge a patologie tutt’altro che rare. Si calcola che la rottura dell’aneurisma dell’aorta addominale – una dilatazione localizzata permanente dell’arteria che ne indebolisce la struttura – sia la causa di 6.000 morti ogni anno in Italia: in particolare, l’80% dei pazienti muore prima di giungere in ospedale, dove la mortalità degli interventi eseguiti in emergenza è del 50%. Un rischio che al contrario si riduce al 3%, quando la malformazione è riconosciuta per tempo e il chirurgo vascolare può programmare l’intervento.