Bologna, 22 aprile 2015 – La diagnosi precoce dell’artrite e l’intervento terapeutico personalizzato entro i primi tre/sei mesi dall’insorgenza dei sintomi consentono di prevenire la disabilità causata dalla malattia. L’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna guida un progetto di ricerca per identificare nuovi marcatori precoci delle artriti infiammatorie: i pazienti maggiormente esposti al rischio di un’evoluzione grave della malattia possono così essere individuati in tempo utile alla cura.
“Abbiamo avviato uno studio su pazienti con artrite in fase precoce per individuare alcuni esami di laboratorio utili a identificare il tipo di evoluzione della malattia – spiega il prof. Riccardo Meliconi, responsabile della Struttura di Medicina e Reumatologia del Rizzoli che coordina il progetto, finanziato dal Ministero della Salute – La partecipazione alla sperimentazione di pazienti che presentino precise caratteristiche cliniche è un passaggio indispensabile in questa ricerca.”
Si cercano persone con artrite precoce definita in base alla comparsa, da non più di tre mesi, di sintomi quali gonfiore di almeno un’articolazione, dolore a livello dei polsi e delle piccole articolazioni di mani e piedi, rigidità al risveglio superiore a 30 minuti.
I pazienti che presentano questi sintomi e desiderano partecipare allo studio verranno sottoposti ad una visita specialistica, all’ecografia delle articolazioni interessate e al prelievo di un campione di sangue periferico, senza aggravio di spese aggiuntive rispetto a quelle previste per la normale routine clinica.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare la Struttura di Medicina e Reumatologia del Rizzoli telefonando al numero: 051 6366155 il lunedì e il mercoledì dalle ore 15.00 alle ore 17.00.
Al progetto di ricerca partecipano anche il Laboratorio di Immunoreumatologia e Rigenerazione Tissutale dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, la sezione di Genetica Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, le Unità di Reumatologia dell’Arcispedale S. Maria Nuova di Reggio-Emilia, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, e del Complesso Integrato Columbus/Dipartimento di Scienze Mediche e Specialistiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
fonte: ufficio stampa