Roma, 31 ottobre 2018 – Le donne italiane soffrono di emicrania più degli uomini (quattro milioni di donne rispetto a due milioni di uomini), perdono più giorni di lavoro (16,8 l’anno contro i 13,6 dei maschi) e giornate di vita sociale (26,4 contro 20) e sono maggiormente soggette al fenomeno del presentismo, ovvero a giornate in cui si presentano al lavoro in condizioni di malessere (51,6 giorni contro 35,6). A causa di un reddito inferiore a quello dei maschi, però, spendono meno per diagnosi e cura (1.132 euro l’anno contro 1.824) e riportano una perdita di redditività minore.
È, questo, il quadro delineato dallo studio Gema (Gender&Migraine) del Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale (Cergas), presentato oggi a Roma nel corso di un convegno, che ha indagato i costi diretti sanitari, non sanitari e le perdite di produttività associate all’emicrania attraverso un’indagine multidimensionale diretta effettuata su un campione di 607 pazienti adulti con almeno 4 giorni di emicrania al mese. La rilevazione è stata effettuata nel mese di giugno 2018.
“Le donne sembrano essere vittime dei numerosi e fondamentali ruoli che ricoprono a livello sociale. Soffrono di emicrania più degli uomini, ma non possono concedersi il privilegio di assentarsi dal posto di lavoro o accantonare le tradizionali mansioni domestiche – spiega Rosanna Tarricone, associate dean della SDA Bocconi e responsabile scientifico del progetto – Per di più, avendo un reddito mediamente inferiore a quello degli uomini, le donne rinunciano a effettuare visite ed esami, acquistare farmaci non dispensati dal Sistema sanitario nazionale, sottoporsi a trattamenti non medici e ricevere assistenza formale”.
Dai dati registrati, il Cergas ha stimato un costo annuale per paziente con emicrania pari a € 4.352, di cui:
- € 1.100 (il 25%) per prestazioni sanitarie,
- € 1.524 (il 36%) per perdite di produttività,
- € 236 (il 5%) per assistenza formale
- € 1.492 (il 34%) per assistenza informale.
I costi a carico dei pazienti per farmaci o trattamenti non coperti dal Servizio Sanitario Nazionale sono stati quantificati in € 464 all’anno.
“A partire dalle evidenze emerse sul costo della patologia e sul differente impatto che l’emicrania produce sulle donne – conclude Tarricone – lo studio si propone di supportare lo sviluppo di politiche sanitarie e socio-sanitarie differenziate rispetto al genere, con l’obiettivo cioè di colmare il gap esistente in una logica di equità redistributiva”.