Tumori neuroendocrini, nuova PET/TAC identifica neoplasie di piccolissime dimensioni

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Torino, 5 ottobre 2018 – All’ospedale Mauriziano di Torino sbarca la nuovissima PET/TAC con il radiofarmaco68 GALLIO-DOTATOC. Attualmente il Mauriziano è l’unico centro pubblico del Piemonte ad effettuare questo esame, che rispetto alla PET classica è utile per la diagnosi precoce dei tumori neuroendocrini.

I tumori neuroendocrini o NET (Neuro-Endocrine Tumor) sono relativamente rari e rappresentano meno dello 0,5 per cento di tutti i tumori maligni. In Italia si registrano 4-5 nuovi casi ogni 100.000 persone in un anno e questo equivale a circa 2.700 nuove diagnosi. Si tratta di tumori a bassa incidenza, ma ad alta prevalenza. Rispetto ad altri tipi di tumori i pazienti sono pochi, ma convivono per molti anni con la malattia.

I tumori neuroendocrini possono essere diagnosticati anche in bambini ed adolescenti, ma sono decisamente più comuni tra gli adulti e gli anziani. Possono colpire vari organi: lo stomaco, l’intestino, il colon, il pancreas, il polmone, ecc.. Sono quasi sempre a lenta crescita e curabili con farmaci, con la chirurgia e con la radioterapia recettoriale (Medicina nucleare).

Sono però difficili da diagnosticare poiché solo una piccola parte (20%) dà sintomi evidenti. Questo comporta che spesso la loro scoperta sia casuale e l’età del paziente alla diagnosi sia diversa da quella dell’inizio della malattia.

La Medicina nucleare dell’ospedale Mauriziano di Torino, diretta dal dottor Riccardo Emanuele Pellerito, offre la possibilità di eseguirne la diagnosi attraverso una PET/TAC con il radiofarmaco68 GALLIO-DOTATOC.

Una volta iniettato attraverso una fleboclisi, questo farmaco ha la capacità di legarsi a particolari strutture, chiamati “recettori per la somatostatina”, che si trovano sulla superficie del tumore. Da qui emette radiazioni, chiamate positroni. La macchina PET/TC registra queste radiazioni e le trasforma in immagini che localizzano la lesione.

Questa diagnostica è in grado di identificare tumori neuroendocrini di piccole dimensioni (7-8 mm), permettendo così di contrastare la malattia con sempre maggiore tempestività, oppure valutarne la persistenza o la risposta al trattamento.

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