Giovedì 16 aprile, alle ore 9.00, nell’aula multimediale della Città ospedaliera
Avellino, 14 aprile 2015 – Un incontro multidisciplinare per parlare di trombofilia ereditaria, ovvero della predisposizione genetica a formare coaguli di sangue che possono favorire l’insorgenza di una trombosi venosa o arteriosa, cioè di un’ostruzione parziale o totale dei vasi sanguigni che impedisce il normale flusso di sangue. Genetisti, biologi, ginecologi, cardiologi, neurologi ed ematologi discuteranno insieme dell’argomento in occasione del Corso di formazione “Analisi genetica dei maggiori polimorfismi coinvolti nella trombofilia ereditaria, nelle malattie coronariche e altro”, organizzato da Maria Adalgisa Police, Direttore dell’Unità Operativa Laboratorio di Genetica Medica dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino.
L’evento, che si terrà a partire dalle ore 9.00 di giovedì 16 aprile, nell’aula multimediale dell’Azienda (Città Ospedaliera, settore B, primo piano, aula attigua all’aula magna), si aprirà con i saluti del Direttore generale dell’Azienda “Moscati”, Giuseppe Rosato, e del Direttore Sanitario, Vincenzo Castaldo, e vedrà la partecipazione di illustri specialisti di varie discipline medico-scientifiche.
“Il tromboembolismo venoso – spiega la dott.ssa Police – è una patologia in cui concorrono più fattori, che possono essere ereditari e/o acquisiti. La presenza di mutazioni in alcuni geni sono importanti nella genesi della trombofilia ereditaria. Il test genetico consente proprio lo studio di tali mutazioni, che danno indicazioni sulla percentuale di rischio di eventi trombotici sia ai cardiologi per le patologie cardiovascolari, sia ai ginecologi per l’uso della pillola anticoncezionale e per le poliabortività, sia ai neurologi per l’emicrania aurea, sia infine agli ematologi che si occupano di trombosi. A seconda dei casi, di fronte a percentuali di rischio molto alte, si possono adottare adeguate contromisure di prevenzione. Di recente, inoltre, sono stati individuati nuovi polimorfismi associati alla malattia aterosclerotica coronarica, con calcolo di un rischio genetico integrato, di cui parleranno durante il corso gli specialisti competenti”.
fonte: ufficio stampa