La tecnica, effettuata in pochi centri al mondo, è stata eseguita con successo da un’equipe interdisciplinare dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova
Padova, 13 agosto 2018
L’intervento – Affetto da gravi conseguenze neurologiche della cirrosi epatica, un paziente è stato sottoposto alla chiusura per via venosa della comunicazione anomala che si era aperta fra la vena renale sinistra e la vena proveniente dalla milza. L’operazione è stata eseguita da un’equipe interdisciplinare di clinici dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova; radiologi interventisti: dott. Giulio Barbiero e dott. Michele Battistel della Radiologia diretta dal prof. Diego Miotto, gastroenterologi: dott. Marco Senzolo dell’Unità Trapianti Multiviscerali diretta dalla prof.ssa Patrizia Burra, con il coordinamento clinico del prof. Piero Amodio e della dott.ssa Sara Montagnese della Clinica Medica a Orientamento Epatologico diretta dal prof. Paolo Angeli dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova.
La patologia – La cirrosi epatica può causare saltuari disturbi mentali come l’encefalopatia epatica. Questi disturbi possono divenire persistenti, simili a una condizione di demenza alla quale si alternano momenti di incertezza dell’espressione verbale con comportamenti bizzarri e inadeguati che rendono il paziente disabile, costringendolo ad una condizione di completa dipendenza.
Ciò talvolta è causato da alterazioni della circolazione del sangue all’interno dell’addome: si aprono nuove comunicazioni che sottraggono il sangue dei visceri all’azione depuratrice del fegato e lo riversano, non depurato, nella circolazione generale.
La tecnica applicata – Un catetere è stato introdotto per via percutanea mini-invasiva attraverso la vena femorale, spinto fino alla vena renale sinistra e introdotto nella comunicazione anomala con la vena proveniente dalla milza. Quindi, è stato introdotto del materiale pro-coagulante che ha impedito il passaggio di sangue nella vena renale e lo ha re-diretto verso il fegato per essere depurato.
La manovra si è conclusa positivamente e il paziente di 70 anni ha ripreso la sua vita di prima, riacquistando buona parte delle sue funzioni mentali.
La multidisciplinarietà ha permesso di realizzare a Padova e per la prima volta in Veneto, con successo, questa nuova procedura d’avanguardia effettuata in pochi centri al mondo.