Un percorso immersivo nella natura a beneficio delle pazienti del Dipartimento Salute Donna e Bambino
Roma, 18 giugno 2018 – Presso la Fondazione Universitaria Policlinico A. Gemelli IRCCS di Roma sboccia un nuovo modo di curare con la natura, grazie a un giardino pensile terapeutico unico in Italia messo al servizio delle pazienti oncologiche dei percorsi clinico-assistenziali del Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino diretto dal prof. Giovanni Scambia, Ordinario di Ginecologia e ostetrica dell’Università Cattolica e Direttore scientifico della Fondazione Gemelli.
Il Giardino Terapeutico porta per la prima volta in Italia la chemioterapia “fuori dalle mura dell’ospedale” grazie a un’area riparata e protetta (ma che consente comunque una visuale sulla natura circostante). Le pazienti potranno sperimentare un contatto diretto con la natura, massimizzandone gli effetti benefici oltre che sul fronte psicologico anche a livello fisico.
Si tratta del primo Giardino Terapeutico progettato in Italia a partire da una sistematizzazione dei risultati di oltre 20 anni di ricerche scientifiche condotte a livello internazionale sul rapporto tra natura e benessere psico-fisico di pazienti e personale.
Il giardino “è fiorito” nell’ambito del progetto “Exploring the therapeutic benefits of biophilic design in hospital settings”, promosso dal Centro studi ReLab – Studies for Urban Re-Evolutioncon il coinvolgimento del Dipartimento Salute della Donna e del Bambino della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS.
I nuovi spazi verdi sono stati presentati oggi (lunedì 18 giugno) in occasione dell’inaugurazione del Centro di Farmacologia Clinica di Genere, presso l’Aula Brasca e il 10° piano, Ala O del Policlinico Gemelli alla presenza del prof. Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica, dott. Giovanni Raimondi, Presidente Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, prof. Marco Elefanti, Direttore Generale Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, prof. Rocco Bellantone, Preside della facoltà di Medicina e chirurgia della Cattolica e Direttore del Governo Clinico della Fondazione Gemelli.
Il progetto ha previsto la realizzazione del giardino terapeutico pensile e di interventi di design biofilico degli spazi indoor del 10° piano Ala O, allo scopo di realizzare un percorso multisensoriale e immersivo nature-oriented rivolto ai pazienti – soprattutto oncologici – per accelerarne il recupero psico-fisico e per veicolare stimoli sensoriali e cognitivi volti a riconnettere positivamente i pazienti con lo spazio circostante.
Numerose ricerche, condotte a livello internazionale, hanno infatti confermato l’efficacia degli scenari naturali nel ridurre l’ansia e, in particolare, l’efficacia dei giardini terapeutici progettati negli ospedali nel promuovere la salute, la relazione sociale e la generazione di ricordi piacevoli nei pazienti.
“In questi luoghi, ispirati alle regole del design biofilico e del design evidence based, si punta a recuperare la consapevolezza del valore terapeutico della natura, del sole, della ventilazione naturale, valore che è scomparso dalla progettazione degli ospedali nella seconda metà del XX secolo”, afferma Simona Totaforti, Direttore Centro studi RELAB Studies for Urban Re-Evolution.
Inoltre, il Giardino pensile è uno spazio terapeutico e sensoriale rivolto non solo al benessere delle pazienti dei percorsi clinico-assistenziali del DipartimentoSalute della Donna e del Bambino, ma anche del personale.
Gli spazi e le funzioni
Il Giardino Terapeutico pensile del Dipartimento Salute della Donna e del Bambino ospita sequenze di funzioni e di attività che entrano tra loro in relazione nel percorso terapeutico e sensoriale dei pazienti.
Nel corridoio di ingresso al Centro di Farmacologia Clinica di Genere e al Giardino Terapeutico due pareti di verde verticale accolgono le pazienti e i visitatori: i muschi, i licheni e le piante sono stabilizzate attraverso un processo naturale ed ecologico per preservarne lo stato vegetale. Da qui inizia l’esperienza del Giardino anche quando fuori è brutto tempo. Le ampie vetrate, infatti, consentono anche durante l’inverno un contatto visivo diretto con la natura presente nel Giardino.
Il sistema di segnaletica accoglie le pazienti e i visitatori fin dal corridoio di ingresso rendendo lo spazio più familiare e inclusivo e fornendo una guida nell’esperienza sensoriale del giardino e nella creazione del proprio percorso sensoriale (ogni persona infatti esprime delle preferenze nell’uso degli spazi ed è portatrice di bisogni differenti). “Fruire degli spazi naturali con libertà – spiega la professoressa Totaforti – o seguendo i percorsi esperienziali suggeriti, aumenta il senso di controllo ambientale (spesso assente all’interno degli ospedali) e di benessere fisico, mentale ed emozionale, fino a favorire la riduzione del dolore, le potenzialità di recupero e a massimizzare gli effetti dei trattamenti”.
All’interno del Giardino è presente un’area riparata e protetta (ma che consente comunque di avere una visuale sulla natura e un controllo dello spazio circostante) destinata alla chemioterapia. Per la prima volta in Italia, le pazienti, durante la terapia, potranno sperimentare un contatto diretto con la natura offerta dal giardino massimizzandone gli effetti benefici. Le pazienti avranno a disposizione comode sedute al riparo dal sole che consentiranno di godere di sensazioni di rifugio e privacy, saranno circondate dalle piante e saranno immerse in una sequenza naturale di stimoli sensoriali (il rumore dell’acqua, i suoni della natura, le variazioni di temperatura dell’aria, l’intensità variabile della luce, la presenza di piccoli animali come le farfalle). In questa area non sono presenti piante aromatiche per rendere lo spazio neutro dal punto di vista olfattivo, proprio perché la reazione allo stimolo olfattivo durante la chemioterapia e soggettiva e non sempre gradita.
Subito fuori dall’area di Chemioterapia sono presenti, lungo tutto il percorso del giardino, gli agrumi e le piante aromatiche officinali appositamente scelte per mitigare gli effetti collaterali delle terapie e per consentire un’esperienza tattile e olfattiva. Le pazienti potranno così creare il loro percorso sensoriale, secondo le loro preferenze.
Inoltre, nel giardino ci sono due differenti aree di quiete e meditazione, con una diversa esposizione alla luce del sole, dove è possibile godere di sensazioni di rifugio e di privacy e sentirsi accolti dalla natura, o anche solo per fermarsi in silenzio per ascoltare, osservare, respirare.
Le esperienze sensoriali presenti nel giardino attraverso il contatto diretto con le forme e le consistenze materiche della natura, si arricchiscono con il percorso sensoriale (sensory path): un percorso da fare a piedi nudi che alterna sassi di fiume, legno ed erba. La sensazione dei sassi scaldati dal sole, il fresco dell’erba, gli oli essenziali del legno consentono di mitigare lo stress e di ritrovare l’equilibrio e l’armonia con gli elementi della terra.
All’interno del giardino è possibile godere anche del suono vitale dell’acqua: una fontana e un piccolo giardino acquatico abitato da papiri e ninfee consentono di sperimentare l’esperienza uditiva e tattile dell’acqua che scorre.
In ogni angolo si diffondono suoni della natura composti utilizzando frequenze che sono state appositamente studiate per rigenerare l’equilibrio psicofisico e potenziare le energie. Tali frequenze, modulate secondo le diverse ore della giornata, sono accompagnate dai suoni naturalmente presenti nel giardino: le piante mosse dal vento, l’acqua che scorre, i piccoli animali che decideranno di visitare o abitare nel giardino, ecc.
Anche gli spazi interni si ispirano alle forme e ai materiali della natura per creare continuità nell’esperienza sensoriale delle pazienti affinché sia possibile trarre beneficio anche all’interno dalle scelte di design biofilico adottate, e dalla possibilità di ‘toccare’ la natura anche nei corridoi e nelle stanze, grazie a forme di verde diffuso.
“Questo aspetto è particolarmente importante in uno scenario nazionale in cui la maggior parte del patrimonio edilizio esistente consente interventi limitati di riorganizzazione – conclude Totaforti – lavorare sulla presenza di piante, di materiali e pattern naturali o di arredi dal design biofilico consente infatti di apportare notevoli cambiamenti in termini di innalzamento della qualità dei luoghi senza intervenire sull’articolazione dei volumi dello spazio interno”.