Bruxelles, 21 maggio 2018 – Sono 28, in 10 regioni italiane, le aree che hanno portato la Commissione Ue a deferire il nostro paese alla Corte di giustizia a causa dei “persistenti elevati livelli” di PM10 nell’aria.
Le regioni e le aree coinvolte sono le seguenti: Lombardia: agglomerati di Milano, Bergamo e Brescia; Piemonte: agglomerato di Torino; Veneto: agglomerati di Padova, Venezia-Treviso, Vicenza e Verona; Emilia Romagna: Pianura ovest, Pianura est; Toscana: zona Prato, Pistoia, zona Valdarno Pisano e Piana Lucchese; Umbria: zona della Conca Ternana; Lazio: agglomerato di Roma, zona Valle del Sacco; Campania: area Napoli e Caserta, area Beneventana; Puglia: zona industriale Bari; Sicilia: agglomerato di Palermo.
I dati sono riferiti al 2016 e i limiti giornalieri di legge, relativi alla presenza di particolato nell’aria, sono stati superati in modo persistente per periodi fino a 89 giorni.
Oltre all’Italia, sono stati deferiti alla Corte di giustizia la Romania e l’Ungheria, a causa del PM10, e la Francia, la Germania e il Regno Unito per il mancato rispetto dei limiti relativi al biossido di azoto.
“Il deferimento alla Corte sul PM10 – ha commentato l’eurodeputato Piernicola Pedicini – certifica l’incapacità della vecchia politica e il ministro Galletti è il simbolo di questo fallimento. Appena saremo al governo vareremo il programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico che conterrà misure più coraggiose e vincolanti per raggiungere e superare gli obiettivi di riduzione previsti dalle norme Ue”.
“Il nostro duplice obiettivo – ha aggiunto – è quello di salvaguardare la salute dei cittadini e di evitare le sanzioni europee. Gli errori, le sottovalutazioni e le responsabilità del passato sono tante. Oggi dobbiamo agire con azioni concrete che possano ridurre da subito il numero delle migliaia di persone che ogni giorno si ammalano e muoiono per lo smog in Italia e in Europa. Quello che chiediamo all’Ue è di usare i proventi delle sanzioni per rimuovere le cause del dramma in corso”.
“Dalla decisione della Ue – ha precisato l’europarlamentare Eleonora Evi – deve scaturire una profonda riflessione sulla totale inefficacia della politica ambientale portata avanti dalle Regioni e dai Governi italiani negli ultimi vent’anni. Ora più che mai bisogna mettere in campo azioni concrete per combattere lo smog, soprattutto dove colpisce di più. Bisogna promuovere la diffusione di veicoli a zero emissioni anche per risolvere un’altra emergenza, quella dei continui superamenti di biossido di azoto le cui responsabilità vanno attribuite ai motori diesel”.