Roma, 27 aprile 2018 – Una nuova “esplosione maggiore” è stata registrata oggi, 27 aprile, sul vulcano Stromboli dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), dopo l’intensa sequenza esplosiva che il 24 aprile scorso ha coinvolto le bocche dell’area centro-sud poste sulla terrazza craterica. Alle 00:53:50 (ora locale) la prima forte esplosione che ha interessato la bocca denominata “N2”, posta nell’area settentrionale della terrazza craterica dello Stromboli (frame A-D-G).
La durata di questo evento è stata di circa 5 secondi. I prodotti grossolani, sia litici (frammenti di lava già consolidata) che piroclastici (brandelli di magma incandescente), si sono distribuiti principalmente in direzione ovest-nord ovest (O-NO), ricoprendo la parte alta della Sciara del Fuoco e rotolando abbondantemente lungo le sue pendici (frame B-E-H).
Diciassette secondi dopo la prima esplosione, alle 00:54:07, ha avuto inizio un’attività di modesto fontanamento (getto continuo di lava, in questo caso espulso a un’altezza dell’ordine di alcune decine di metri) che, gradualmente, è passata a esplosioni stromboliane discontinue (spattering), intervallate da alcune esplosioni di cenere e materiale incandescente di bassa intensità che hanno raggiunto un’altezza massima di circa 80 m.
L’intera sequenza esplosiva è durata circa tre minuti. Successivamente, il vulcano è tornato a produrre la sua normale attività stromboliana.
Come noto, questi eventi esplosivi sono contraddistinti da una maggiore violenza rispetto all’attività stromboliana ‘ordinaria’ che, invece, caratterizza nella quotidianità questo vulcano.
Si tratta di eventi imprevedibili che possono causare la ricaduta di bombe vulcaniche, lapilli e frammenti rocciosi anche abbastanza grandi nella porzione sommitale del vulcano, e che quindi risultano potenzialmente pericolosi per qualsiasi osservatore si trovi a transitare nelle zone del belvedere del Pizzo sopra la Fossa, o lungo i sentieri che vi conducono.
L’esplosione avvenuta ieri sera, però, forse a causa del vento, ha prodotto una abbondante ricaduta di materiale incandescente unicamente all’interno della terrazza craterica e lungo la Sciara del Fuoco, risparmiando la zona del Pizzo.
L’attività eruttiva dello Stromboli è costantemente monitorata dall’INGV mediante i sistemi osservativi, geofisici e geochimici gestiti dalle Sezioni di Catania, Napoli e Palermo.
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