Roma, 20 marzo 2018 – “Innovazione e condivisione per crescere”, è il titolo del V Congresso internazionale della Società Italiana di Ossigeno Ozono Terapia (SIOOT), che si è svolto dal 16 al 18 marzo a Roma, presso la Pontifica Facoltà Seraphicum, rivolto ai medici, per approfondire le potenzialità di questo gas medicale.
“Questo congresso internazionale, dove si incontrano tanti colleghi che si occupano di ossigeno ozono terapia, sia italiani che di origine straniera, è un momento di confronto per fare il punto su questa pratica clinica”: lo ha dichiarato il prof. Foad Aodi, fisiatra, consigliere dell’Ordine di Roma e Presidente dell’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), intervenuto all’apertura del Convegno. Nel suo intervento Aodi ha proposto una maggiore collaborazione interprofessionale tra tutte le figure: medici, fisiatri, ortopedici, neurochirurghi, reumatologi, chirurghi vertebrali e fisioterapisti rispettando il ruolo di ognuno. In secondo luogo, ha rilanciato il patto #UnitiperlaRiabilitazione e la proposta di istituire un registro per tutti i colleghi che applicano l’ossigeno ozono terapia, come é stato fatto con i medici estetici.
Il registro è rivolto a chi già applica questa pratica e collabora alla sua ottimizzazione con i colleghi, sia a chi vuole apprenderne l’utilizzo. I requisiti per chi già è pratico di ozono terapia potrebbero essere: aver esercitato negli ultimi tre anni attività di ossigeno ozono terapia in una struttura con certificazione del direttore sanitario; aver seguito corsi e congressi di aggiornamento in ossigeno ozono terapia certificati; aver svolto attività scientifica di ricerca in ossigeno ozono terapia o una docenza sul tema.
“La SIOOT – ha spiegato ancora Aodi – ha chiesto la collaborazione dell’Omceo Roma, della Fimmg Roma, dell’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (Amsi), della Confederazione Internazionale Unione Medica Euro Mediterranea (Umem) e del Movimento Internazionale Uniti per Unire, per istituire un protocollo di intesa che ci consenta di intensificare la collaborazione nella ricerca e l’attività scientifica e spingerci oltre i confini del nostro Paese con l’ossigeno ozono terapia. In questo modo contrastiamo anche quella ricerca e attività professionale fai da te che può danneggiare medici e pazienti”.
“Un dato sicuramente molto importante – ha aggiunto – è che in Italia, (vista la riabilitazione all’avanguardia, ad esempio per le patologie della colonna vertebrale, e nello specifico per l’ernia del disco), gli interventi si sono ridotti molto rispetto a 10 anni fa, parlerei del 65-70% di interventi in meno. Questo grazie anche alla preparazione di tutti, all’impegno dei neurochirurghi, degli ortopedici e dei chirurghi della colonna vertebrale che collaborano di più con i fisiatri, con i medici esperti e legittimati in fisiatria, con i fisioterapisti e con tutti coloro che si occupano di riabilitazione: ha un grande risparmio per il SSN e se il paziente riesce a risolvere la patologia vertebrale senza ricorrere a un intervento chirurgico è una vittoria per tutti”.
“L’Ossigeno ozono terapia è un bagaglio terapeutico importante; speriamo quindi che possa avere la giusta valenza grazie al supporto scientifico. La SIOOT è una società che lavora in base a protocolli definiti. Sottolineo ancora che è fondamentale la collaborazione fra gli operatori del settore, perché con questa pratica clinica si vanno ad affrontare una serie di patologie degenerative a cui lavorano più figure professionali, ed è soltanto attraverso un lavoro d’equipe che si riesce a migliorare sia la terapia che l’assistenza ai pazienti”. Lo ha dichiarato nel suo intervento il prof. Pier Luigi Bartoletti, Componente del Comitato Centrale della Fnomceo , vicepresidente dell’Ordine di Roma e vice Segretario Generale della Fimmg.
“L’ossigeno ozono terapia – ha dichiarato il prof. Franzini, Presidente SIOOT, si caratterizza per tre funzioni principali che ne fanno una grande medicina del futuro: è biologica, naturale e non presenta controindicazioni. E’ un antibatterico, un antivirale totale, quindi le patologie legate ai virus, ai batteri e ai funghi vengono debellate. Compaiono tra le applicazioni cliniche raccomandate: tutte le patologie di origine virale e batterica, le insufficienze venose, le arteriopatie periferiche, disbiosi, coliti e ulcere gastriche, le infezioni uroginecologiche, le malattie neurovegetative, l’asma, la rinite allergica, le patologie muscolo-scheletriche, le ernie, le coxartrosi, la fibromialgia e la Cfs o sindrome da stanchezza cronica. Dal punto di vista normativo – ha concluso – ci aspettiamo dal Ministero della Salute che la Sioot venga inserita tra le Società scientifiche, perché sarà un punto fermo molto importante sulle linee guida e sui protocolli che speriamo vengano unificati, non solo in Italia, ma nel mondo”.