Leggi Gelli-Bianco e Lorenzin, fisioterapisti impegnati ad adeguare le competenze

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Roma, 23 febbraio 2018 – Chi è il fisioterapista, cosa fa, quali sono i suoi campi di intervento? A queste tre domande risponde il ‘Core Competence’ dell’Associazione italiana Fisioterapisti, un documento nato nel 2003 e aggiornato nel 2012 con la pubblicazione de “La formazione core del Fisioterapista”, ripreso poi nel 2017 all’interno dei documenti associativi su “Accesso alle prestazioni”, “Modelli Organizzativi” e “Sviluppo delle competenze”.

Una base che resta ben solida anche in un periodo di grandi cambiamenti per i professionisti, alla luce delle novità introdotte con le leggi Gelli-Bianco e Lorenzin, ma che necessariamente deve mutare per adeguarsi ai nuovi bisogni di salute della popolazione.

Il ‘Core Competence’ e il ‘Core Curriculum’ sono “due documenti che integrati hanno dato vita a un terzo, con una storia iniziata 15 anni fa – spiega Patrizia Galantini, che per l’AIFI ha seguito e contribuito alla loro nascita – È possibile configurarne il valore in diversi aspetti. Prima di tutto da un punto di vista metodologico, perché per la stesura è stato voluto il consenso da parte di tutti i direttori delle attività di formative dei corsi di laurea in Fisioterapia, perché ovviamente hanno in mano il potenziale formativo dei futuri professionisti. Si è quindi cercato di individuare in maniera molto dettagliata le aree di competenze del fisioterapista, sviluppando fortemente il profilo professionale che ha comunque indicate al suo interno tutte le attività del fisioterapista, anche se non declarate nello specifico”.

E qui entra in gioco l’aspetto della formazione per l’individuazione dei contorni delle competenze. “La legge 42 del 1999 parla chiaro – ricorda Galantini – il professionista è stabilito dal profilo professionale, dagli ordinamenti didattici dei corsi di laurea e dal Codice deontologico. Il ‘Core Competence’ in questo senso ha fatto da base per la struttura degli ordinamenti didattici dopo la loro riforma con il decreto numero 270 del 2004, che ha prodotto una maggiore uniformità sul territorio nazionale per la formazione. Il ‘Core Competence’ è presente quindi in tutti gli ordinamenti didattici in Italia proprio perché c’era stata una precedente condivisione”.

Per riassumere “possiamo dire che nel rispetto della legge 42 abbiamo il profilo professionale, le core competence sono chiare e definite e al loro fianco sono stati tracciati anche gli elementi di conoscenza che servono come base per costruire le competenze”.

Pensando al futuro e alla professione dei prossimi anni, conclude Galantini, “servono ancora di più in questo momento la revisione e l’adeguamento di queste competenze in modo da essere sempre adeguati per rispondere ai nuovi bisogni di salute e al nuovo stato della popolazione. Questa è l’operazione su cui siamo impegnati a 360 gradi”.

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