Milano, 22 febbraio 2018 – L’influenza rappresenta un fattore di rischio per tutti i pazienti diabetici. Parliamo sia dei pazienti con diabete di tipo I che in Italia sono circa 150.000 che il diabete di tipo II che coinvolge il 5% della popolazione, circa 3.000.000 di soggetti.
Nella vita quotidiana di un diabetico ci sono dei fattori che minano il suo compenso glicemico in maniera significativa come ad esempio le infezioni. Ogni qualvolta si è in presenza di un’infezione si manifesta un aumento della resistenza all’azione dell’insulina.
Un banale raffreddore, una bronchite o una gastroenterite contribuiscono ad incrementare il fabbisogno di insulina nell’organismo e per far fronte a questa necessità si deve ricorrere ad una terapia integrata.
“L’influenza è molto frequente nei pazienti diabetici, soprattutto anziani over 65 anni – Afferma il prof. Angelo Avogaro, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie del Metabolismo dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova – e rappresenta una causa di morbidità e mortalità importantissima. La relazione tra diabete e sindrome influenzale è molto stretta e pericolosa. Negli ultimi due mesi il 70% dei ricoveri dei pazienti con diabete era determinato dalle conseguenze dell’influenza: broncopolmoniti, gastroenterite acuta e conseguenti disidratazione, insufficienza respiratoria e scompenso cardiaco”.
La vaccinazione influenzale per questi pazienti rappresenta una tutela importante per la salute, anche se purtroppo non è sempre in primo piano nelle raccomandazioni del diabetologo.
“Lo specialista diabetologo dovrebbe svolgere un ruolo più incisivo nel sostenere la validità della vaccinazione. Non si deve dimenticare infatti che i pazienti hanno frequentemente un quadro clinico molto complesso e la vaccinazione si può inserire in modo integrato nel percorso terapeutico non semplice di questi pazienti, molto spesso affetti da importanti comorbidità”, conclude il prof. Angelo Avogaro.
“Le stagioni influenzali variano molto tra loro per entità e incidenza epidemiologica. Rimane importante agire attraverso una copertura vaccinale idonea per tutte quelle popolazioni che il Ministero della Salute indica come categorie a rischio. Sensibilizzare tutti i medici a tutelare i propri pazienti, inserendo la raccomandazione del vaccino è un obiettivo fondamentale da perseguire”, conclude Fabrizio Pregliasco virologo presso il Dipartimento Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano e Responsabile scientifico di osservatorioinfluenza.it