Roma, 4 luglio 2017 – I risparmi ottenuti in Piemonte grazie all’acquisto delle strisce per glucometri, tramite bando di gara a lotto unico, rappresentano, apparentemente, una buona notizia dal punto di vista economico-finanziario, ma non altrettanto dal punto di vista dell’appropriatezza per la gestione ottimale del diabete.
Il Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD), Domenico Mannino, precisa infatti quanto segue: “Le strisce per glucometri sono presidi necessari all’automonitoraggio domiciliare della glicemia che non devono essere considerati meri strumenti di misurazione. Al contrario, concorrendo in modo determinante all’aderenza terapeutica, devono essere considerati veri e propri presidi di cura, al pari dei farmaci. Mentre in precedenza era garantita la libertà di scelta, da parte dei pazienti e degli operatori dei team diabetologici, del device più appropriato in base al quadro clinico, psicologico e comportamentale della singola persona da trattare, con la fornitura di un unico strumento questa preziosa opportunità di valutazione e di personalizzazione viene meno, andando quindi ad impattare in termini negativi sull’aderenza dei pazienti ai trattamenti stessi con conseguente possibile spreco delle risorse economico-sanitarie derivanti da un’inevitabile minore efficacia del percorso di cura e, purtroppo, da un probabile aumento del rischio di complicanze acute e croniche. È quindi prevedibile che gli apparenti risparmi iniziali si risolvano in maggiori costi a carico del servizio sanitario”.
“I sistemi oggi disponibili per il monitoraggio della glicemia – prosegue Mannino – indispensabili per una corretta gestione della malattia diabetica, anche a parità di accuratezza e precisione, possono essere molto diversi per numerosi aspetti che contribuiscono a rendere semplice la lettura e l’interpretazione del dato da parte del paziente. In più, i vari dispositivi differiscono anche per funzionalità non strettamente correlate a specifiche di malattia, ma che per alcuni pazienti possono essere determinanti in base a particolari necessità personali, soprattutto legate ad alcune limitazioni funzionali nelle abilità (ad esempio allarmi sonori, illuminazione, espulsione striscia). Tutti questi elementi, che dovrebbero essere presi in esame nella scelta del device più adatto per ciascun paziente, oltre a incidere sulla corretta esecuzione del monitoraggio, hanno dimostrato di favorire una maggior aderenza alla terapia”.
“Siamo ben consapevoli – conclude Mannino – del fatto che la modalità di approvvigionamento tramite gara è dettata dagli stringenti vincoli di bilancio che gravano oggi sull’intero Servizio Sanitario Nazionale. Tuttavia, non possiamo non esprimere le nostre perplessità di fronte ai limiti di questa soluzione e auspichiamo i decisori sanitari tengano in debita considerazione le nostre riflessioni sull’argomento”.