Al via il Congresso della Nutrizione Clinica. Si parte con ictus e chirurgia metabolica per il diabete

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Firenze, 26 giugno 2017 – Dal 26 al 28 giugno, la SINuC – Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo si riunisce a Firenze in occasione del 2° Congresso nazionale. Molteplici e di grande attualità i temi affrontati, tra cui:

CHIRURGIA METABOLICA E ‘DIABESITÀ’: PESO E DIABETE SI CURANO ASSIEME. Nella stragrande maggioranza dei casi, il diabete tipo 2 si associa ad eccedenza ponderale tanto che, negli ultimi anni, è stato coniato il termine di “diabesità”. La chirurgia bariatrica per il calo di peso ha un effetto metabolico poiché ha dimostrato la sua efficacia nel migliorare il controllo glicemico nei pazienti diabetici, indipendentemente dall’effetto sul peso.

“Infatti, la remissione del diabete, ossia il ritorno dei valori della glicemia e dell’emoglobina glicolisata nei limiti della norma – sottolinea la prof.ssa Geltrude Mingrone, direttore della UOC Patologie dell’obesità al Policlinico Universitario A. Gemelli in occasione della Lettura magistrale ‘Dalla chirurgia bariatrica alla chirurgia metabolica: i risultati a lungo termine’ che ha aperto a Firenze il II° Congresso nazionale SINuC – si osserva già pochi giorni dopo l’intervento chirurgico.

“NUTRIRE” LE OSSA? SI PUÒ CON CALCIO E PROTEINE, MA CALCIO A RISCHIO SE MANCA VITAMINA D. Una nutrizione adeguata è essenziale per il raggiungimento del picco di massa ossea, per il mantenimento della massa ossea durante l’età adulta e soprattutto per il controllo della perdita ossea con l’avanzare dell’età”. “Le fonti alimentari di calcio (latte e latticini) devono essere l’opzione di prima scelta – sottolinea a sua volta il prof. Maurizio Muscaritoli presidente SINuC – mentre i supplementi sono indicati per i soggetti ad alto rischio.

Si parlerà anche dello “TSUNAMI OSSIDATIVO” PER IL 30% DEGLI ITALIANI SPORTIVI OCCASIONALI CHE SI SOTTOPONGONO A TOUR DE FORCE. L’allarme viene dal II° Congresso della Società Italiana di Nutrizione Clinica dove è stato spiegato che a seconda di ‘come’ viene effettuato l’esercizio fisico, questo può trasformarsi da prezioso strumento di prevenzione a fattore di rischio per la salute. Un eccesso di attività fisica può determinare un aumento dei radicali liberi e dello stress ossidativo che le normali difese dell’organismo non riescono a fronteggiare spiega il prof. Luigi Iorio Presidente dell’Osservatorio sullo Stress Ossidativo.

“Se nei soggetti allenati le sostanze antiossidanti dell’organismo assunte con un’alimentazione equilibrata rimettono il sistema in equilibrio, negli atleti occasionali la barriera antiossidante non è abbastanza efficiente a contrastare lo ‘tsunami’ ossidativo”.

Altro grande capitolo è l’ictus: IL 60% DEI PAZIENTI SI RICOVERA IN STATO DI MALNUTRIZIONE E PEGGIORA IL RECUPERO. L’ictus è un evento acuto cerebrovascolare che interessa circa 200.000 pazienti ogni anno solo in Italia, ponendo problematiche di assistenza in urgenza, trattamento ma anche di riabilitazione e recupero.

“L’alimentazione ha un ruolo nodale nella prevenzione e la cura di questa pericolosa patologia”, spiega il dott. Paolo Orlandoni, Responsabile UO Nutrizione Clinica dell’ INRCA di Ancona e Segretario SINuc: Anche le linee guida del 2016 stabiliscono che questa valutazione faccia parte dei protocolli diagnostico-terapeutici e che siano messi in atto entro 24-48 ore dal ricovero con controlli periodici. Nelle Stroke Unit quindi dovrebbe essere presente il nutrizionista in maniera routinaria.

“Va poi scelto il tipo di nutrizione da somministrare – spiega il prof. Maurizio Muscaritoli, Presidente SINuc – in funzione ad esempio del fatto che il paziente abbia la capacità di deglutire normalmente. Quasi la metà dei pazienti con ictus infatti soffrono di disfagia ossia la difficoltà di controllare i muscoli della deglutizione con le conseguenti difficoltà ad alimentarsi. E la malnutrizione è direttamente correlata ad un esito peggiore a sei mesi dall’evento.

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