Torino, 17 giugno 2017 – Il più complesso intervento di chirurgia addominale -la duodenocefalopancreasectomia- è stato recentemente eseguito con successo all’Ospedale San Giovanni Bosco dall’Equipe di Chirurgia Generale diretta dal dott. Renzo Leli su una paziente di 80 anni, salvandole la vita con la diagnosi intraoperatoria di una rarissima forma tumorale del pancreas.
Doppia la particolarità in questo intervento, eseguito dai chirurghi Tiziana Viora e Lorenzo Maganuco con il Direttore Leli: non soltanto è stato effettuato con successo l’intervento in assoluto più difficile di tutta la chirurgia addominale su una persona di ben 80 anni, reso ancora più difficile dalle grosse dimensioni della lesione e durato per questo motivo 9 ore, ma si è giunti anche a una definizione anatomo-patologica inusuale.
“La paziente aveva una massa di 20 cm di diametro che le invadeva l’addome superiore e che è risultata essere una variante rara della neoplasia mucinoso-cistica del pancreas di cui sono stati descritti pochissimi casi nella Letteratura Internazionale – spiega il Direttore della Chirurgia Generale del San Giovanni Bosco, Renzo Leli – è stata trattata con successo, affrontando le molteplici difficoltà della chirurgia complessa, dell’età molto avanzata, della durata dell’intervento e della concomitante diagnosi di patologia rara, grazie all’esperienza che ci ha portati ad essere Centro di Riferimento per la patologia pancreatica, come attesta l’aumento dei volumi e della complessità dei casi che trattiamo qui al San Giovanni Bosco. La signora non ha avuto bisogno di ricovero in rianimazione nel postoperatorio ed è stata dimessa dopo 12 giorni di degenza. Di questo specifico caso diamo oggi la prima descrizione italiana congressuale al convegno ACOI di Chirurgia Pancreatica, che abbiamo organizzato proprio nel nostro ospedale per il secondo anno consecutivo”.
Il volume attuale degli interventi di chirurgia pancreatica al San Giovanni Bosco è infatti di circa 60 casi annui, addirittura il triplo del range minimo dei 20 casi annui richiesto per essere identificati come centri di elezione, portando l’ospedale torinese ad essere inserito tra i centri ad alto volume, con l’importante riconoscimento da parte della SIC Academy che ha identificato la Struttura quale centro di riferimento nazionale per la cura della patologia pancreatica.
“Mi congratulo con gli Operatori per questo successo che dimostra come l’Ospedale San Giovanni Bosco, nato come Ospedale deputato a trattare in prevalenza l’Urgenza, sia cresciuto e diventato sia Ospedale Hub sia Centro di Riferimento per numerose patologie oncologiche – commenta il Direttore Generale della ASL Città di Torino, Valerio Fabio Alberti – grazie all’esperienza maturata non solo dall’equipe chirurgica, ma anche dai servizi di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, Radiologia Diagnostica e Interventistica, Anestesia e Rianimazione, Oncologia e Anatomia Patologica. La chirurgia pancreatica assurta a riferimento in Italia rispecchia in pieno questo percorso di crescita, grazie alle professionalità di eccellenza che operano al San Giovanni Bosco”.
L’eccezionale intervento è stato illustrato all’Ospedale San Giovanni Bosco, nell’ambito della II edizione dell’incontro formativo multidisciplinare sul tumore del pancreas, patrocinato dall’Acoi, che quest’anno si focalizza proprio sulle neoplasie mucinoso-cistiche del pancreas, che da sempre costituiscono un argomento di confronto di grande attualità, a causa dell’estrema complessità diagnostica e dell’aumento dell’incidenza di questa patologia nella popolazione.
Si sono confrontati chirurghi, radiologi, oncologi, gastroenterologi e anatomo-patologi da tutto il Piemonte, a sottolineare come la multidisciplinarietà sia fondamentale nell’approccio al percorso diagnostico-terapeutico di questi pazienti, con la partecipazione del prof. Roberto Salvia e del prof. Mirko D’Onofrio, in rappresentanza della Chirurgia e della Radiologia dell’Ospedale di Verona, eccellenza italiana ed internazionale in materia di chirurgia pancreatica.
“Queste giornate non hanno solo un obiettivo formativo, ma sono volte a creare una rete di collaborazione tra figure diverse, anche interaziendali, per centralizzare il paziente con neoplasia del pancreas presso i centri Hub di riferimento come indicato dalla Rete Oncologica” – conclude il dott. Renzo Leli.