Roma, 26 maggio 2017 – “Il Governo ci faccia sapere le modalità con cui intende mettere in regola le migliaia di bambini che a settembre dovranno iniziare la scuola. Noi siamo pronti a mettere in campo tutte le forze necessarie per venire incontro alle famiglie” dice Giuseppe Di Mauro, presidente della SIPPS, Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale.
I pediatri sono consapevoli delle preoccupazioni delle famiglie con bimbi piccoli che già in questi giorni stanno tempestando di telefonate i centri vaccinali e le ASL per sapere cosa fare per vaccinare i propri figli.
Il decreto del Governo che ha introdotto l’obbligo delle vaccinazioni per l’accesso alle scuole dell’infanzia e ai nidi, e ha esteso l’obbligatorietà finora prevista per le vaccinazioni anti-difterica, anti-epatite B, anti-polio ed anti-tetanica, ad altre 8 vaccinazioni opportunamente inserite nei LEA (antipertosse, anti-Hib, anti-meningococco B e C, anti-morbillo, rosolia e parotite, anti-varicella), rappresenta una grande svolta nella lotta contro le malattie infettive prevenibili con le vaccinazioni.
“Ci auguriamo che questo provvedimento possa in tempi brevi favorire l’incremento delle coperture vaccinali, e ridurre il rischio della diffusione nel nostro territorio delle malattie che le vaccinazioni prevengono” sottolinea il prof. Luciano Pinto di SIPPS.
“Non dimentichiamo, infatti – aggiunge Di Mauro – che nella nostra comunità vi sono tante famiglie che hanno dei figli che non possono essere vaccinati perché sono troppo piccoli o perché per le loro condizioni di salute le vaccinazioni sono controindicate, o che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale: in questi casi, solo un elevato livello di copertura vaccinale può garantire a questi ragazzi un’adeguata immunità di gregge (l’immunità che si ottiene quando la vaccinazione di una porzione della popolazione offre protezione agli individui non protetti)”.
Nello stesso tempo, come si evince dalle infografiche pubblicate settimanalmente dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, al 14 maggio 2017 erano stati segnalati 2.395 casi di morbillo, di cui 197 (8,2%) tra operatori sanitari: il morbillo di un operatore sanitario, oltre a costituire un serio problema per lui stesso, costituisce un evento molto pericoloso in quanto può diffondere involontariamente l’infezione nell’ambito dell’ospedale o della comunità in cui opera, oltre che nella sua famiglia.
La SIPPS, al pari delle altre Società Scientifiche e delle Organizzazioni dei Pediatri di Libera Scelta e dei Medici di Medicina Generale, affiancherà le Istituzioni mediante campagne promozionali per illustrare alle famiglie gli innegabili vantaggi delle vaccinazioni e i pericoli derivanti dalle malattie che le vaccinazioni prevengono.
fonte: ufficio stampa