Dott. Mauro Stronati, Presidente SIN: “Non si può e non si deve mettere in discussione l’importanza e la necessità delle vaccinazioni per il bene del singolo e della comunità”. La Società Italiana di Neonatologia in prima linea per una corretta informazione sull’importanza di far vaccinare i bambini
Roma, 20 aprile 2017 – La decisione di non vaccinare i bambini o la vaccinazione selettiva esercitata da un numero crescente di genitori e la conseguente recrudescenza di alcune malattie quasi debellate, vanificano gli sforzi dei neonatologi di diminuire la mortalità e le patologie dei neonati, esponendoli ad un elevato rischio per la salute personale, e sociale.
La Società Italiana di Neonatologia (SIN), per contrastare la disinformazione sulle vaccinazioni obbligatorie e in risposta all’appello lanciato dalla OMS, in occasione della Settimana mondiale delle vaccinazioni, in programma dal 24 al 30 aprile, ha deciso di demandare direttamente ai neonatologi iscritti alla Società scientifica la campagna di comunicazione.
Nel massimo rispetto della libertà individuale dei medici e delle scelte dei genitori, ogni neonatologo iscritto alla SIN s’impegnerà personalmente ad informare i genitori sui rischi derivanti dalla mancata vaccinazione. L’iniziativa è in linea con le indicazioni del nuovo Piano di Prevenzione Vaccinale 2017-2019, che punta sull’empowerment dei cittadini e, dunque, dei genitori, con l’obiettivo di aiutarli ad acquisire consapevolezza dell’importanza delle vaccinazioni per la salute futura del bambino.
L’allarme lanciato a fine marzo dall’OMS sull’aumento del rischio di epidemie di morbillo in Italia preoccupa molto i neonatologi italiani della SIN. “Non si può e non si deve mettere in discussione l’importanza e la necessità delle vaccinazioni per il bene del singolo e della comunità – afferma il Presidente della SIN, Mauro Stronati – Se un numero consistente di genitori opterà per non vaccinare il proprio bambino verrà meno l’effetto gregge, cioè la protezione derivante dalle vaccinazioni collettive, che finora ha rappresentato una garanzia, in particolare per quei bambini che non hanno potuto ricevere le vaccinazioni perché immunodepressi o affetti da gravi patologie croniche”.
L’Italia dall’inizio del 2017 ha registrato un forte aumento di casi di morbillo con oltre 1.000 persone contagiate, mentre in tutto il 2016 erano stati 844 (fonte ISS – 26/03/2017). Nel 33% dei casi si è avuta almeno una complicanza, nel 41% un ricovero e nel 14% un accesso al Pronto Soccorso: il 90% di tutti i colpiti non era vaccinato.
“Inoltre – affermano dalla SIN – siamo a conoscenza di lattanti che hanno contratto la meningite da Haemophilus influenzae di tipo b (Hib), malattia prevenibile con la vaccinazione, e che ora portano con sé le sequele neurologiche incluso un ritardo mentale, come effetto della scelta dei loro genitori; o di adolescenti non vaccinati che hanno contratto la poliomielite e vivono ora le conseguenze della paralisi neurologica”.
La vaccinazione è particolarmente raccomandata ai neonati pretermine (in aumento negli ultimi anni), che, a causa delle complicanze della prematurità, risultano maggiormente esposti alle conseguenze dannose delle patologie infettive prevenibili dalle vaccinazioni. Il neonato pretermine, infatti, oltre alle frequenti complicanze che ne prolungano la permanenza in ospedale fino anche oltre il 3° mese di vita, presenta, com’è noto, una condizione di immunodeficienza più accentuata e duratura che nel neonato a termine.
fonte: ufficio stampa