Due esposti ai Nas da parte del NurSind Sindacato delle Professioni Infermieristiche. Il sindacato infermieristico denuncia un fatto grave, che lede l’immagine della sanità milanese. Barelle nelle sale di attesa e nei corridoi sembrano essere una consuetudine pericolosa nell’ospedale cittadino. In queste condizioni, la corretta assistenza ai malati non può essere garantita
Milano, 10 febbraio 2017 – Barelle nelle sale di aspetto, nei corridoi, senza la possibilità da parte degli infermieri di di garantire non solo la dovuta privacy, ma soprattutto la sicurezza e la corretta assistenza dei pazienti. E’ decisamente critica la situazione alla Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico, tanto che il NurSind, il sindacato delle Professioni Infermieristiche, ha inviato addirittura due esposti ai Nas.
“In più di un’occasione abbiamo riscontrato lettini-barella ‘parcheggiati’ negli spazi comuni dell’ospedale, a malapena protetti da un paravento. Anche se spesso si tratta di situazioni che si verificano nei Pronto Soccorso, le abbiamo ritrovate in reparti di degenza, come quello di Medicina Interna – afferma Rosario Pagana, segretario territoriale NurSind Milano – Non si possono sottovalutare i rischi derivanti da questi comportamenti, quali le eventuali cadute dei pazienti. Viene meno la privacy ed è difficile garantire un’adeguata assistenza – a partire dalla semplice igiene fino alle manovre di emergenza – anche perché il numero degli operatori, soprattutto infermieri, deve essere
distribuito su un maggior numero di ricoverati”.
Partendo da questi presupposti, e con il preciso intento di salvaguardare lo standard dei servizi che dovrebbero essere garantiti dagli ospedali milanesi, Nursind ha inviato due esposti denuncia ai Carabinieri Nucleo Anti Sofisticazioni e Sanità, chiedendo controlli e interventi per le ripetute situazioni contrastanti con le norme in tema di sicurezza e requisiti strutturali presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico.
“La prima lettera è stata inviata il 10 gennaio 2017, ovviamente anche a tutti gli organi competenti, corredata di fotografie. La seconda, sempre dello stesso tenore e per i medesimi motivi, l’8 febbraio 2017. Visto il reiterarsi degli episodi in questione, purtroppo non si può parlare di casi eccezionali, ma di consuetudine. Noi siamo costretti a domandarci: chi vigila sulla sanità milanese? Bisogna forse temere che in tempo di pace gli ospedali cittadini diventino ospedali da campo? I contribuenti sanno che i servizi garantiti sono di questo genere e di questa qualità? I ricoveri in barella rappresentano una situazione insostenibile per i pazienti”, conclude Pagana.
fonte: ufficio stampa