Tumore del polmone non a piccole cellule. Intervista al prof. Cesare Gridelli

Alla XVII World Conference on Lung Cancer della IASLC (International Association for the Study of Lung Cancer) che si è svolta recentemente a Vienna sono stati presentati i dati del programma di studi clinici ABOUND sulla terapia di combinazione carboplatino/nab-paclitaxel per il trattamento del tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC); i risultati emersi confermano ulteriormente sicurezza, efficacia e tollerabilità di questo regime terapeutico nel trattamento di prima linea dell’NSCLC, in particolare per quanto riguarda i pazienti anziani. Un terzo dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule ha oltre 70 anni. L’intervista al prof. Cesare Gridelli, Direttore Dipartimento di Onco-Ematologia Azienda Ospedaliera “Moscati” di Avellino, Presidente Associazione Italiana di Oncologia Toracica (AIOT)

Cesare-Gridelli

Prof. Cesare Gridelli

Qual è l’impatto del carcinoma polmonare sulla qualità di vita dei pazienti, in particolare dei pazienti anziani?
Come è facile intuire l’impatto del cancro polmonare sulla qualità della vita dei pazienti è molto forte, considerato il fatto che si tratta di pazienti che presentano generalmente una sintomatologia molto importante caratterizzata da tosse, dispnea (affanno), dolore e astenia. Inoltre si tratta di pazienti anziani, quindi l’impatto è ancora più rilevante. La terapia, tuttavia, comporta un miglioramento dei sintomi e quindi della qualità della vita.

Alla World Conference on Lung Cancer sono stati presentati i dati del programma di studi clinici ABOUND sulla terapia di combinazione carboplatino/nab-paclitaxel per il trattamento dell’NSCLC. Quali sono le evidenze emerse?
Il programma ABOUND comprende tre studi clinici principali: ABOUND mantenimento, ABOUND 70+ e ABOUND PS2. Possiamo dire che i primi dati relativi all’attività antitumorale di carboplatino/nab-paclitaxel confermano la riduzione del tumore in un paziente su tre, la buona tollerabilità del farmaco, la riduzione dei sintomi e il miglioramento della qualità di vita dei pazienti trattati. I dati riguardanti la sopravvivenza sono attesi entro la prima metà del 2017. Per il momento è molto utile considerare che l’associazione carboplatino/nab-paclitaxel ha dimostrato nella popolazione generale di avere una uguale efficacia e una minore tossicità, soprattutto a livello del sistema nervoso e del midollo, rispetto alla combinazione carboplatino/taxolo, e questi dati di migliore tollerabilità e di conferma dell’attività vengono ribaditi anche nell’analisi del sottogruppo dei pazienti anziani. Lo studio prospettico ABOUND 70+ nel paziente anziano sempre con la medesima associazione sta valutando due diverse schedule di carboplatino/nab-paclitaxel, ma dai dati preliminari si è già vista una conferma di attività e di una buona tollerabilità anche con miglioramento dei sintomi e della qualità di vita.

Quali sono le prospettive future nel trattamento del tumore al polmone, grazie alla disponibilità di terapie innovative come il nab-paclitaxel?
Teniamo presente che un terzo dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule è anziano, che generalmente per i clinici significa pazienti sopra i 70 anni di età. Questa popolazione è gravata da due importanti problemi: la minore accessibilità ai farmaci e una limitata inclusione nei trials clinici, per cui sono pazienti meno studiati. Le prospettive future vedono proprio per questi pazienti trattamenti meglio tollerati e che potranno allungare la sopravvivenza. In particolare, il futuro vede anche lo sviluppo della combinazione carboplatino/nab-paclitaxel in associazione ad un immunoterapico come atezolizumab. Al momento è molto importante l’evidenza che carboplatino/nab-paclitaxel non solo è attivo come chemioterapico ma rappresenta uno dei principali schemi chemioterapici in associazione all’immunoterapia consentendo di trattare pazienti difficili e di sviluppare terapie efficaci e tollerate.

fonte: ufficio stampa

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