Catania, 9 gennaio 2016 – Una rappresentanza della Fsi-Usae, Federazione Sindacati Indipendenti aderente alla confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, ha preso parte all’incontro tenutosi ieri con il sottosegretario al Ministero della Salute Davide Faraone, l’Assessore Regionale della Salute Baldo Gucciardi, il Vice Questore Vicario Serafina Fascina ed il direttore generale Paolo Cantaro presso l’aula Mazzeo del Vittorio Emanuele. Il sottosegretario ha incontrato infermieri, medici e personale sanitario dopo l’aggressione al medico avvenuta nei giorni scorsi.
“Avevamo la necessità di sapere, conoscere, essere rassicurati ma, purtroppo, come è consuetudine quando c’è di mezzo la politica, siamo rimasti ancora una volta delusi – spiega Calogero Coniglio – Non c’è stata data la parola per fare capire che i pronto soccorso sono servizi di pubblica necessità e di ordine pubblico e, quindi, non possiamo più tollerare l’illegalità”.
“La nostra organizzazione sindacale chiede a gran voce un tavolo di lavoro, una regia politica della Regione con i sindacati, le aziende ospedaliere e la Polizia di Stato affinché si attuino strategie di prevenzione e miglioramento della sicurezza – continua Coniglio – È necessario portare avanti una campagna non solo di sensibilizzazione ma di azioni concrete a favore degli operatori sanitari. Chiediamo al sistema di garantire l’incolumità fisica”.
“Siamo indignati per quello che sta succedendo, non è possibile che un pronto soccorso venga lasciato a se stesso. Non basta la videosorveglianza, la guardia giurata, siamo in un Pronto soccorso di frontiera, in un territorio difficile, non è possibile che il personale venga lasciato alla mercé di tutti. Se ci deve scappare il morto per risolvere i problema, la Fsi-Usae è contraria”, dichiara Coniglio.
“Denunciamo l’inadeguata protezione del personale dei pronto soccorso, reo solo di svolgere il proprio lavoro in prima linea a fronte di carenze che la Regione continua a non colmare. Occorrono interventi urgenti ed incisivi. Noi diventiamo il bersaglio dei pazienti ed il loro disagio non dipende dalla nostra volontà ma da carenze strutturali ed organizzative che gli operatori non siamo in grado di risolvere. L’appello che noi facciamo è quello di creare situazioni in cui si possa lavorare al meglio non soltanto per garantire gli operatori sanitari, infermieri e medici, ma anche per dare una maggior tranquillità a chi si rivolge nei luoghi di cura”, precisa Coniglio.
Nessuna risposta, però, è arrivata ieri durante l’incontro. “Ed allora? Cosa succederà? Non si sa ancora. Nulla ci è stato detto di più, salvo un saluto e la solidarietà. Ci hanno liquidati in 15 minuti”, conclude Coniglio.
fonte: ufficio stampa