Mestre, 7 dicembre 2016 – Proprio mentre si preparava l’evento musicale che a Mestre ha unito domenica oltre 700 familiari di donatori in un Teatro Toniolo gremito, si è consumata alla Banca degli Occhi in una sola settimana una vera e propria maratona: 95 richieste di tessuti oculari per trapianto in soli 7 giorni, di cui 83 pazienti con necessità di una cornea e altri dieci in lista per una sclera o una membrana amniotica.
Una “maratona” di generosità culminata con un’ultima richiesta arrivata proprio domenica 4 dicembre con una chiamata d’urgenza: le condizioni di un ragazzo di 14 anni con una patologia oculare congenita si erano aggravate e l’intervento non poteva più aspettare, così da Mestre è partito in urgenza un tessuto per un importante ospedale toscano, nel quale l’equipe chirurgica ha provveduto all’innesto di una sclera nella prima mattinata di lunedì.
“Abbiamo ricevuto una serie record di richieste”, ha affermato il direttore Diego Ponzin, quasi ‘in diretta’ dal palco del Teatro Toniolo di Mestre dove si trovava per ringraziare le famiglie dei donatori insieme alla Rete regionale trapianti, con il concerto già in programma del gruppo gospel Summertime Choir. “Nel giro di 7 giorni abbiamo vissuto una situazione che ci ha messo non poco alla prova, ma alla quale la struttura di Fondazione Banca degli Occhi ha potuto rispondere grazie all’intenso coinvolgimento di tanti operatori interni, del Centro Regionale Trapianti e degli operatori della rete sanitaria dislocata nel territorio, che per tutto quest’anno ha fatto un lavoro straordinario. Anche se, primi tra tutti, sono i donatori stessi e le loro generose famiglie quelli a cui rivolgiamo il grazie più grande”.
Dei 95 tessuti oculari inviati tra lunedì 28 novembre e domenica 4 dicembre, 83 erano cornee utilizzate per trapianto. Di queste, 32 sono state inviate ai centri trapianto del Veneto, 4 ai centri del Friuli Venezia Giulia e altre 40 sono state inviate ai chirurghi oftalmologi di altre regioni italiane. Altri 7 tessuti sono stati inviati all’estero rispondendo alla richiesta di strutture situate in Germania, Portogallo, Sudafrica e Gran Bretagna.
“Per ogni tessuto che ‘esce’ per trapianto, la macchina della banca provvede ad una serie di esami biologici e microbiologici utili a garantire la qualità del tessuto, e per molti di questi si provvede anche ad una serie di lavorazioni che permettono l’utilizzo solamente di uno o più strati della cornea, quelli cioè più necessari e adatti alle condizioni dell’occhio del ricevente – spiega il direttore Diego Ponzin – ma contemporaneamente c’è anche un grosso lavoro di anamnesi del donatore: ogni storia clinica viene valutata a fondo per garantire la totale assenza di controindicazioni al trapianto, un lavoro molto delicato che avviene con la costante collaborazione dei medici e dei reparti ospedalieri da cui provengono i donatori. Certo senza la sensibilità delle famiglie dei donatori, senza la sensibilità di chi ha scelto di donare in vita i propri organi e i propri tessuti, non potremmo fare nulla e non potremmo costruire una speranza per tutte le persone che hanno bisogno di essere curate”.
Un ruolo fondamentale nella “maratona di solidarietà” è stato giocato dal Coordinamento Regionale Trapianti. Una collaborazione continuata durante tutto l’anno anche attraverso i presidi dei Coordinatori ospedalieri per i Trapianti, ovvero le équipe che in ogni Ulss del Veneto coordinano le proposte di donazione e, insieme alla Banca degli Occhi, la fase di prelievo dei tessuti. Molti, ed in particolare i coordinatori delle Ulss 12, 13 e 14, erano presenti domenica al Teatro Toniolo di Mestre per il ringraziamento ai familiari dei donatori. Solo nel veneziano, infatti, da gennaio ad ottobre sono stati raccolti 363 tessuti corneali.
“Desidero ringraziare tutti gli operatori sanitari impegnati su questo fronte – ha affermato in occasione dell’evento veneziano il Direttore Generale delle Ulss 12, 13 e 14 Giuseppe Dal Ben – I risultati conseguiti dalla Banca degli Occhi sono il frutto della collaborazione tra una realtà di altissimo livello scientifico e il vasto ambito sanitario che le sta intorno. Penso in particolare agli Ospedali veneziani e a chi, dentro queste strutture e non solo, si spende al servizio della cultura del dono e opera, con costanza e dedizione, in un gioco di squadra indispensabile per far vincere la cultura del trapianto, che è cultura del dono”.
fonte: ufficio stampa