Alcolismo, i nuovi farmaci. All’interno la testimonianza di un ex alcolista

antibiotici e pilloleLo scorso maggio 2014 a Salerno, presso il Grand Hotel, si è svolto il più importante convegno dell’anno sul trattamento farmacologico dell’alcolismo. Dopo l’introduzione del Prof. Maj, già Direttore della Clinica Psichiatrica dell’Università di Napoli, e la relazione della dott.ssa Lanni, operatrice SerT di Pozzuoli, sono seguite le lezioni magistrali del dott. A. D’Amore e D. Fornasari, che hanno illustrato con grande competenza e professionalità i meccanismi d’azione dei nuovi farmaci come il Selincro (Nalmefene). Ovviamente già sapevano che nelle crisi di astinenza dell’Alcol, l’Alcover (GHB) è fondamentale in quanto, agendo con un meccanismo alcol-mimetico (gabaergico), consente di superare la crisi di Delirium tremens senza pericoli. La novità è invece proprio il Nalmefene. Si tratta di una nuova molecola ad alta affinità recettoriale. I recettori interessati sono quelli “mu” e sono quelli del sistema della gratficazione che parte dall’area limbica profonda del cervello (nucleo tegmentale ventrale – accubens – amigdala).

L’alcol, la droga, ma anche il cibo e il sesso attivano i neuroni dell’area ippocampo – limbica che a loro volta “accendono” i neuroni DOPA del nucleo accubens che trasmettono l’impulso sino alla corteccia frontale. Il nalmefene (Selincro), bloccando i recettori “mu”, quelli del piacere, impediscono di provare l’estasi etilica. Si innesca un meccanismo di rinforzo negativo. Il bere non dà più piacere e non si attiva il craving, il desiderio di ripetere l’assunzione. Farmaci simili (il suboxone) già si utilizzano da tempo per il trattamento dei tossicodipendenti.

Sono farmaci sicuri che si possono assumere anche in caso di ebbrezza alcolica. Mentre in passato si utilizzavano farmaci revulsivanti (etiltox, antabuse), che inducevano una intossicazione con nausea e vomito quando si consumavano bevande alcoliche, adesso il Selincro non crea malessere ma semplicemtne impedisce all’acol di dare piacere.

Tutto ciò può sembrare incomprensibile per il comune lettore che giustamente pensa che per risolvere il problema del potus è sufficiente “non bere”. Non è così semplice. Diceva Freud: “l’uomo è estraneo in casa sua” e compie azioni e gesti deplorevoli che non vorrebbe. Il nostro comportamento è orientato da spinte endogene ed esogene. Tra quelle endogene esistono gli ormoni ed i sistemi neuro-endocrini. Per comprendere meglio il concetto basta pensare al pedofilo, le cui fantasie sessuali sono alimentate dalla vista di bambini e dagli ormoni sessuali. Il pedofilo non riesce a smettere di pensare ai bambini.

Dal punto di vista medico esistono quindi delle risposte che impediscono la nascita del “desiderio”. Il selincro, che può essere somministrato a tutti gli alcolisti, anche quelli in fase di intossicazione acuta, da solo non è sufficiente. È sempre necessaria la consapevolezza e la coscienza che l’alcol è una droga che genera assuefazione e dipendenza. È quindi opportuno inserire tutti i pazienti con problematiche alcol correlate nei gruppi di auto mutuo aiuto, come quelli che esistono in c.da Pezza Piana presso la Parrocchia Spirito Santo di Benevento. Solo il rapporto umano e tollerante con gli altri etilisti può accendere in noi quel desiderio di salvezza e di riscatto che negli Alcolisti Anonimi corrispondono ai “12 passi”.

LA TESTIMONIANZA

alcolismo e depressione“Quando bevevo ero un animale, litigavo sempre e aggredivo tutti”
Cari amici, dico subito che sono confuso. Spero di farcela a smettere con l’alcol. Anche se ho capito che per colpa del bere ho trascurato mia moglie, i miei figli e ho fatto tanti danni, penso ancora che sarà dura. Il fegato è andato. Mi hanno detto che il trapianto è molto difficile. Ho fatto domanda e sono stato alle Molinette di Torino. Essendo alcolista vengo chiamato per ultimo dopo gli altri.

I miei figli sono bravi e nonostante tutte le sofferenze patite mi vogliono bene e mi sono vicini, perché sono una brava persona che ha sempre lavorato duramente. Quando bevevo ero un animale. Litigavo sempre e aggredivo tutti. Poi mi addormentavo e non vedevo tutte le cose belle che avevo vicino.

Adesso sono anche nonno. Non bevo dall’ultimo ricovero presso l’ospedale, circa un anno fa. Sono sobrio e adesso sto molto meglio. Anche la cirrosi si è arrestata. Il dottore, che chiamo “ il mio angelo”, mi ha spiegato che capita sempre così. Il fegato è un organo meraviglioso che svolge il suo dovere anche se il 90% è stato distrutto dall’alcol. Questa rinascita mi rende più sereno. Ogni mercoledi ho l’impegno di venire qui a Pezza Piana per incontrarmi con tutti voi, con don Cosimo ed in special modo con il dott. Pierluigi che mi dà tanta fiducia in questo nuovo cammino che ho intrapreso. Siate forti. Io ci provo. Ho ancora una famiglia e questo mi sembra un miracolo.
Paolo

Dott. Pierluigi Vergineo

Medico Chirurgo Specializzato in Neurologia. Psichiatra presso l’Ambulatorio di Alcologia – Servizio Tossicodipendenze ASL BN1 - Benevento

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